A Treviso la storia della pubblicità: il Museo Salce apre con la Belle Epoque
A Treviso ha aperto il Museo nazionale Colleziona Salce, che ospita la vastissima raccolta di manifesti pubblicitari del collezionista trevigiano Ferdinando Salce, detto Nando. Sono 24.580 i cartelloni e le locandine raccolte da Salce, discendente di una ricca famiglia di commercianti di tessuti, durante tutta la sua vita, dal primo pezzo acquistato a 17 anni di età nel 1895 fino alla morte nel dicembre 1962.
Oltre ai manifesti, la collezione comprende libri, lettere, latte serigrafate e cartoni sagomati. Un patrimonio che ripercorre dalla nascita fino al boom degli anni Sessanta una forma di creatività nata e cresciuta a braccetto con l’industria dei beni di consumo, l’illustrazione pubblicitaria. Nel suo testamento Salce donò la raccolta allo Stato «perché serva in scuole e accademie preferibilmente locali o del Veneto, a studio e conoscenza di studenti, praticanti e amatori delle arti grafiche».
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Ora la collezione ha trovato una sede definitiva, con archivio e spazio espositivo, nel nuovo Museo nazionale Collezione Salce, nel centro storico di Treviso negli spazi della chiesa di San Gaetano, non lontano dal museo civico di Santa Caterina (in via Carlo Alberto 31).
La mostra inaugurale del museo ha aperto il 27 maggio 2017 e resterà visitabile fino al 24 settembre 2017. Si intitola «La Belle Epoque. Illustri persuasioni. Capolavori pubblicitari dalla Collezione Salce». La mostra è aperta giovedì, sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 18.00 e il venerdì dalle ore 10.00 alle 21.00 (qui il sito del museo).
In mostra ci sono circa 300 pezzi che testimoniano l’epoca d’oro del cartellonismo. Con l’intento di rinnovare il coinvolgimento fisico dello spettatore davanti ai grandi cartelloni da strada, la mostra di apertura del Museo Nazionale Collezione Salce proporrà le pattinatrici di Jules Chéret, le ballerine di Leonetto Cappiello, le preziose figure di Alfonse Mucha, le dame alla moda di Terzi, di Villa, di Mazza.
Ma illustra anche la «via italiana al cartellonismo» nella quale i decori floreali e i linearismi a colpo di frusta convivono con figure accademiche di classica memoria, come nel giovane Marcello Dudovich, in Leopoldo Metlicovtz o in Giovanni Maria Mataloni, autore di quel Incandescenza Auer che fu il primo celeberrimo acquisto di Salce.
Non mancherà anche il più austero, raffinatissimo, linguaggio germanico, coi capolavori della Secessione Viennese, da Kolo Moser ad Alfred Roller, e con le declinazioni italiane di Magrini, Anichini, Bonazza. I manifesti di grande dimensione sono affiancati da materiali diversi presenti in collezione, come calendari, locandine, latte serigrafate.
Nel 2017 il Museo nazionale Collezione Salce ospiterà altre due mostre: «Tra le due guerre» (dal 14 luglio al 15 ottobre) e «Dal secondo dopoguerra al 1962» (dal 27 ottobre 2017 al 21 gennaio 2018).