Sicurezza sismica e luoghi di lavoro, il punto a Treviso con Unindustria

Unindustria Treviso organizza un incontro rivolto all’imprese associate sulla sicurezza sismica e luoghi di lavoro. L’appuntamento è per giovedì 9 marzo 2017 alle 15.30 a Palazzo Giacomelli di Treviso. Sarà presentato il quadro generale degli adempimenti, e delle responsabilità, a carico dell’imprenditore per le strutture che ospitano attività produttive legate alle norme di tutela dai danni da terremoti ed eventi collegati.

Un tema su cui cresce l’attenzione anche a seguito del grave terremoto che ha colpito recentemente il Centro Italia. La normativa in materia ha visto il susseguirsi di norme e provvedimenti di classificazione del territorio e sulle caratteristiche tecniche degli edifici, che si sono affiancate a quelle sulla sicurezza sul lavoro, determinando ha determinato un quadro piuttosto complesso.

Sicurezza sismica, il programma della giornata

I lavori saranno aperti da Fiorenzo Corazza, vicepresidente di Unindustria Treviso con delega al territorio e presidente della sezione autonoma Ance. Seguiranno gli intervento di Antonio Martini, dello Studio Martini Ingegneria di Mogliano Veneto e responsabile regionale di Oice, l’associazione di categoria di Confindustria delle aziende di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica; Marco Grotto, avvocato di Vicenza (Studio Furin – Grotto), Luca Reggiani, esperto di Oice Emilia e Ingegneri Riuniti, Renato Vitaliani, dell’Università di Padova e Iconia Ingegneria, e Paolo Valerio di Unindustria Treviso.

Nel patrimonio edilizio del nostro paese più del 60% degli edifici, circa 7 milioni, è stato costruito prima del 1972, quindi prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica per le nuove costruzioni del 1974. Ci sono pertanto milioni di edifici che non presentano alcuna sicurezza antisismica e che oltretutto sono dei ‘colabrodo’ dal punto di vista energetico.

«Stiamo prendendo coscienza dell’importanza di queste temi e migliorando sensibilmente la qualità delle costruzioni in termini di sicurezza e innovazione per l’efficienza energetica – dichiara Fiorenzo Corazza – . Ma cosa succede quando un evento sismico si verifica in una zona ritenuta sicura, e con alta concentrazione di insediamenti industriali oltre che residenziali, come è avvenuto in Emilia? l tragedia investe anche luoghi e aspetti che prima erano ritenuti idonei, garantiti e sicuri per svolgere attività di lavoro. Da parte nostra stiamo collaborando con Oice, Ordini professionali e Università. A livello locale da anni collaboriamo con l’Ordine degli Ingegneri nel progetto screening antisismico dei capannoni industriali».

«Anche le sedi di lavoro siano antisismiche»

«Occorre approfondire e comprendere al fine di arrivare a ridurre la vulnerabilità e l’esposizione degli edifici e riuscire a mitigare gli effetti degli eventi sismici – aggiunge Antonio Martini – . Per fare questo è fondamentale il coinvolgimento di tutti i soggetti della filiera, progettare e pianificare in maniera adeguata è il primo passo per ridurre la vulnerabilità e l’esposizione al rischio sismico. Grande attenzione va dedicata alla vulnerabilità del costruito. Ormai consci della non più derogabile necessità di intervenire sul patrimonio edilizio pubblico: scuole, ospedali, opere infrastrutturali, occorre estendere questa attenzione alle sedi di lavoro, consapevoli anche delle conseguenze civili e penali delle situazioni non a norma».

«Sappiamo che la Regione ha censito praticamente tutti gli edifici pubblici – conclude Fiorenzo Corazza – ma di fatto i Comuni spesso non possono intervenire perché i soldi non bastano o perché vincolati dal patto di stabilità o perché la progettazione non è pronta. Per questo ci stiamo muovendo affinché questi lavori abbiano procedure più snelle e veloci e gli interventi possano essere realizzati prima del verificarsi di eventi calamitosi. È importante anche prendere atto e conoscenza degli incentivi fiscali, detrazioni ed eco bonus, che lo stato mette a disposizione per gli interventi privati e che sono fondamentali per la riqualificazione edilizia».

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