Le differenze di genere alla base dei mancati investimenti

Le donne italiane progettano meno investimenti soprattutto a causa della minore disponibilità economica rispetto ai rappresentanti del genere maschile. È il dislivello salariale il principale motivo della diseguaglianza nel mondo finanziario. A dimostrarlo è un sondaggio condotto in occasione della Giornata Internazionale della Donna da YouGov Pic e Moneyfarm. Secondo gli intervistati dalla società di consulenza finanziaria digitale con sede sia in Italia che nel Regno Unito, le donne non preferirebbero altre opzioni per ragioni relative alla diffidenza o alla scarsa conoscenza di un campo solitamente considerato appannaggio degli uomini.

La disparità dei sessi nella finanza nazionale si evince anche e sopratutto dai numeri. A fronte di una conoscenza comunque non così approfondita dei mezzi di finanza digitale a disposizione, gli italiani non reputano questa la causa principale di una mancata apertura di portafoglio. Per di più, la diffidenza – sia nei mezzi che nei diversi consulenti, sia reali che digitali – e la mancanza di competenza sono opzioni scelte in maniera più frequente dagli uomini. Le donne, quindi, avrebbero anche una maggiore cognizione delle possibilità che il web mette a disposizione, ma devono rinunciare con molta più frequenza ad investire i propri risparmi. Le ragioni che spingono 4 rappresentanti su 10 del gentil sesso – a fronte del 29% degli uomini – a non testare la finanza digitale in prima persona sono da ricercare sul denaro a disposizione. Più del 40% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di non guadagnare abbastanza, oltre un italiano su due ritiene che, al netto delle spese, le sue risorse non possano fare spazio ad un “rischio” di tale portata.

Il sondaggio evidenzia inoltre i contorni di una vera e propria congiuntura economica, a cui gli italiani reagiscono con difficoltà. Pur riconoscendo l’importanza di un investimento gli italiani – e soprattutto le donne – non hanno i margini di manovra necessari per imbastire e studiare una formula di investimento che si riveli vincente. È la statistica di Job Pricing a corroborare queste affermazioni: facendo una media nel 2016, la differenza di stipendi vede ancora in netto vantaggio gli uomini, che a parità di mansione alla fine del mese ottengono oltre il 10% in più. In numeri, si parla di oltre 3000 euro annui, ben 250 euro al mese in più per gli uomini. Comparando le mansioni e gli scatti d’anzianità, gli italiani si avvicinano infatti alla soglia dei 30mila euro, mentre le italiane sono ferme a 26.752 euro.

Secondo il numero uno di Moneyfarm, Paolo Galvani, le differenze di genere sono ascrivibili a variabili non culturali: «Bisogna comprendere le ragioni per cui le italiane investono meno – ha affermato il presidente della società divisa tra l’Italia e il Regno Unito. Nel sondaggio si evince che non si parla di differenze culturali, come si crede erroneamente nel mondo finanziario. Questo è un luogo comune nocivo. In attesa di risolvere il problema della disparità salariale, il compito delle aziende che operano nel mondo del fintech è la proposizione di servizi d’investimento a costi bassi e accessibili a tutti».

È questo uno dei paradossi dell’economia italiana. Le donne lavoratrici avrebbero in realtà molte più motivazioni per puntare agli investimenti e per pensare ad una pensione integrativa: considerati gli stipendi più bassi, anche le pensioni sono destinate ad essere più esigue. In concomitanza con un aumento del proprio salario il 58% potrebbe considerare investimenti, ma ben 38 italiani su 100 valuterebbe investimenti solo avendo una fiducia maggiore nei mercati. In questo scenario, la finanza digitale può recitare un ruolo da assoluta protagonista, ma deve anche contestualmente valutare tutte le variabili per assecondare principalmente le necessità di chi si affaccia al mercato da neofita.

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