Replay di Asolo, protesta per l'Rsu in cassa integrazione senza preavviso
Alla Replay di Asolo i sindacati entrano in agitazione dopo l’episodio che ha visto un delegato della Rsu aziendale messo in cassa integrazione straordinaria nei giorni scorsi. Secondo i sindacati Femca Cisl e Filctem Cgil territoriali, infatti, Fashion Box, l’azienda a cui fanno capo i marchi di vestiario Replay, aveva assicurato i propri dipendenti, nel dicembre 2016, che non avrebbe avviato alcuna procedura di “cassa”. Salvo poi applicarla solamente ad un dipendente, l’Rsu Antonio Schiavone, e senza preavviso alcuno.
Il provvedimento di cassa integrazione del delegato è stato impugnato dalla Femca Cisl Belluno Treviso. A quanto afferma la Cisl, il gruppo Fashion Box per tutta risposta si è riservata «la facoltà di procedere ad ulteriori legittimi provvedimenti di collocazione Cigs».
Per Gianni Boato della Femca Belluno Treviso si tratterebbe di «un annuncio inaccettabile che conferma che potrebbero esserci altri provvedimenti di messa in cassa straordinaria». All’assemblea che si è svolta il 22 febbraio 2017 ad Asolo con i lavoratori, Femca Cisl e Filctem Cgil territoriali hanno unitariamente proclamato lo stato di agitazione aggiungendo che «se l’azienda riterrà di porre altro personale in cassa integrazione straordinaria, Cgil e Cisl proclameranno lo sciopero di tutti i lavoratori».
Nei giorni scorsi, per protestare contro la cassa integrazione per Schiavone, i colleghi delle Rsu di altre aziende trevigiane hanno lanciato una campagna di “mail bombing”, indirizzando centinaia di messaggi di posta elettronica allo stesso indirizzo email della Fashion Box, chiedendo all’azienda di tornare indietro rispetto al provvedimento.
Foto: la sede di Fashion Box ad Asolo, Di Fashion Box spa – Opera propria, CC BY-SA 4.0, via Wikipedia