Ex Italcementi Monselice, Regione firma protocollo per riconversione
La cementeria Italcementi di Monselice, gruppo bergamasco acquisito da Heidelberg Cement Group nel 2016, è stata definitivamente chiusa alla fine di quell’anno. A metà dicembre la proprietà ha recapitato alla Provincia di Padova e all’Arpav la decisione di rinunciare all’Aia – l’autorizzazione integrale ambientale – e di cessare definitivamente l’attività dello stabilimento.
In realtà l’obiettivo era già la riconversione. Tanto che sempre nello stesso mese al sindaco Francesco Lunghi la nuova proprietà aveva fatto avere un piano di dismissione dello stabilimento di via della Cementeria, con la rimozione del materiale inquinante e la recinzione e sorveglianza dell’area.
Area che misura 28mila metri quadri e che negli anni passati è stata al centro di dure polemiche fra impresa e sindacati da un lato e organizzazioni ambientaliste e civiche dall’altro: lo stabilimento, che era arrivato ad occupare fino a 500 persone, si trova infatti in pieno Parco regionale dei Colli Euganei.
Di oggi 8 febbraio 2017 è la notizia che Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha firmato un protocollo di intesa con il Comune di Monselice, la Provincia di Padova e la società Italcementi per la redazione di un Masterplan che individui soluzioni per la riconversione dell’area industriale dell’ex cementificio.
In una nota della Regione si parla della volontà da parte di Italcementi, «in un quadro di concertazione con le organizzazioni sindacali ed il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali», di «promuovere iniziative tese alla individuazione delle potenzialità di riconversioni, totali o parziali, dei propri siti produttivi attualmente interessati dal ricorso agli ammortizzatori sociali».
Monselice, palazzi al posto della Italcementi?
Si palra di un «percorso di riqualificazione» da realizzare «anche in lotti funzionali e con tempistiche diverse». Il protocollo d’intesa «costituisce la fase preliminare di un più articolato procedimento urbanistico di riqualificazione dell’area industriale per valorizzare il territorio, evitare il degrado degli immobili e consentire il contenimento dell’uso del suolo a fini edificatori» prosegue la nota regionale. La destinazione più probabile nelle intenzioni dei promotori, almeno a leggere queste righe, sembra dunque quella immobiliare, con una riconversione edilizia del lotto.
In base all’intesa «la Italcementi S.p.A. si impegna a redigere il Masterplan a proprie spese e in accordo con le linee guida e i criteri indicati nel protocollo». Avrà sei mesi di tempo per sottoporne una prima stesura alle amministrazioni pubbliche. Sulla base delle linee guida condivise con la politica, poi, «potrà essere attivato un confronto attivo e propositivo con la cittadinanza, con la proprietà, con investitori qualificati, con le rappresentanze sindacali dei lavoratori, con il sistema economico turistico e con le amministrazioni di livello superiore».
Successivamente «la parti si impegnano a valutare indicazioni e proposte che emergeranno dalla fase di confronto. Si procederà poi alla stesura definitiva del Masterplan che, rivisto e corretto, sarà approvato dalle amministrazioni coinvolte dal progetto e farà da riferimento per la redazione dei successivi strumenti urbanistici».