Mercato auto in Veneto, nel 2016 balzo del 17,6%
Mercato auto in Veneto: la ripresa continua nel 2016. Il bilancio dell’anno appena passato, infatti, registra un aumento di 21.477 nuove immatricolazioni rispetto al 2015, pari al 17,64%. Incremento superiore alla media del Nordest (+15,3%) e dell’Italia (+16,2%). Il dato assoluto è di 143.252 immatricolazioni, contro le 121.775 dell’anno precedente.
I dati Unrae elaborati da Confcommercio Veneto, che confermano una tendenza già in atto da un paio d’anni. Anche se i numeri rimangono lontani dal periodo pre-crisi. Il segno più riguarda sia il settore privato che quello aziendale, nel quale dove incide il fattore del super ammortamento.
A guidare la ‘classifica’ è la provincia di Verona che, con quasi 30mila nuove immatricolazioni, guadagna il 20,89% del totale di auto immatricolate; segue Padova, con oltre 29mila immatricolazioni pari al 20,27% del totale. Gli incrementi maggiori rispetto al 2015 sono, ancora, di Verona (+21,32%) e di Vicenza (+19,53%), seguite dalle province di Belluno (+19,03%), Rovigo (+17,19%), Padova (+16,34%), Venezia (+15,06%), Treviso (+14,87%).
La Fiat fra le case automobilistiche si aggiudica il podio con un totale di 21.782 auto immatricolate in Veneto e una punta massima di 4.737 nella provincia di Padova. Nel raffronto percentuale con il 2015, cala decisamente in alcune province e cresce in modo piuttosto modesto in altre il marchio Land Rover, che negli anni passati era tra i preferiti, mentre cresce la Honda e i Suv continuano a vivere un momento felice. Con 11 Ferrari immatricolate, la provincia di Verona raddoppia rispetto al 2015. In tutto il Veneto nel 2016 ne sono state vendute 32.
«Vedere il segno più infonde ottimismo – dichiara Giorgio Sina, presidente del Gruppo Auto Moto di Cnfcommercio Veneto –. Ma non possiamo dimenticare le persistenti distanze dagli anni migliori, oltre al fatto che incidono pure non poco le campagne promozionali dei costruttori. Bisogna incentivare l’uso, quindi l’acquisto, delle auto ecologiche, una svolta culturale alla quale il nostro Paese ancora non presta attenzione».