Alessandro Benetton lascia il cda del gruppo
Alessandro Benetton avrebbe depositato le dimissioni dal consiglio di amministrazione di Benetton Group. La notizia dello strappo, pubblicata su La Tribuna di Treviso, avrebbe alle spalle tensioni all’interno del gruppo tessile che, partito da Ponzano Veneto, ha conquistato il mondo. Il figlio del fondatore Luciano Benetton aveva guidato fino al 2013 il gruppo in qualità di presidente esecutivo, ma ora sarebbe in aperto dissenso rispetto alla linea dell’attuale presidente Francesco Gori (nominato nel maggio 2016). Che avrebbe in mente un piano di ristrutturazione, mentre per Alessandro Benetton servirebbe un rilancio. I numeri, dopo la scissione dell’azienda in tre società che seguono rispettivamente la parte industriale, immobiliare e retail, non sono buoni, con un bilancio 2015 che ha visto perdite per 46 milioni di euro e ricavi in calo, -1,2%.
Ancora non c’è una nota ufficiale del gruppo a confermare le dimissioni. Ma Cisl e Cgil già rilasciano dichiarazioni allarmate: «Con le informazioni disponibili in questo momento non è possibile fare una valutazione approfondita sulle motivazione – dichiarano Sergio Spiller e Nicola Brancher della Femca Cisl di Treviso – né tantomeno sugli effetti delle dimissioni di Alessandro Benetton dal CdA di Benetton Group, il ramo della Holding Edizione che si occupa del settore tessile. Alessandro Benetton aveva già fatto negli anni scorsi dei passi indietro rispetto alla gestione dell’azienda, di cui era stato presidente, affidando a manager esterni tutti gli incarichi. Ciò premesso si tratta però di capire quali connessioni abbia questa sua scelta con la strategia di rilancio del tessile necessaria per mantenere competitività nel mercato globale. È invece probabile che le dimissioni facciamo parte di quel riequilibrio dei ruoli interni alla famiglia Benetton (siamo già alla terza generazione) che è in corso da tempo».
La segretaria generale di Filtcem Cgil di Treviso, Maria Cristina Furlan, parla di «un nuovo grave motivo di preoccupazione che si somma alle molte incertezze che si stanno accumulando da molti mesi sul futuro dell’azienda». Furlan accenna a voci sulle possibili prossime dimissioni dell’amministratore delegato Marco Airoldi, e annota come all’ultimo sciopero del settore tessile il 18 novembre 2016 abbia aderito «molto personale impiegatizio» solitamente poco presente durante le agitazioni sindacali, presenza che sarebbe sintomo di «disagio e incertezza» per il futuro del gruppo.