Veneto Film Network, il cinema si mette in rete (senza la politica)
La quinta edizione di Detour – Festival del cinema di viaggio di Padova si è aperta il 5 ottobre 2016 con una tavola rotonda sulle potenzialità e le strategie di sviluppo del settore audiovisivo in Veneto, con Farah Polato (Università di Padova), Francesco Bonsembiante (Jolefilm), Federico Poilucci (FVG Film Commission), Marco Segato (Detour – Festival del cinema di viaggio) e Michele Mellara (regista). Una delle premesse di cui bisogna tener conto è che il Veneto è tra le poche regioni italiane (insieme ad Abruzzo, Molise, Umbria, Valle d’Aosta, Liguria) a non disporre di un fondo per le produzioni cinematografiche e negli anni ha sempre meno sostenuto le attività culturali.
«A questo tavolo non ci sono politici, né amministratori: non volevamo che questo fosse l’ennesima “caccia al piccione”, l’ennesimo occasione sprecata in lamentele e basta – dichiara Marco Segato, direttore artistico di Detour -. Certo come ben sappiamo, il fondo regionale a sostegno delle produzioni cinematografiche, che pur aveva dinamiche discutibili, da due anni è stato del tutto azzerato. Ma questo non è un atto di accusa verso un territorio, che ha scelto evidentemente altre strade culturali. Piuttosto è la volontà di lanciare un messaggio chiaro alla Regione Veneto: stiamo costruendo dal basso qualcosa che loro avrebbero dovuto fare».
Veneto Film Network per le professioni del cinema
Questo “qualcosa” è Veneto Film Network, una piattaforma web con news e informazioni, ma soprattutto con un database dal 2000 a oggi e in continuo aggiornamento di film, festival, case di produzione e distribuzione, professionisti del settore del Veneto. Un ambizioso progetto di sostegno e promozione alla cultura cinematografica e audiovisiva veneta, a cura dell’associazione Euganea Movie Movement (che organizza Euganea Film Festival e Detour), sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito del bando Culturalmente Impresa, con il patrocinio dell’Università di Padova, e di FICE (Federazione Italiana Cinema D’essai) e AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo).
Attualmente la library raccoglie 114 film ma, come spiega Marco Trevisan di Euganea Movie Movement, «nei prossimi mesi ne saranno aggiunti altri e entro la fine dell’anno si dovrebbe arrivare a 500». I professionisti schedati sono attualmente 1.149, 150 le case di produzione del territorio o che sul territorio hanno lavorato, 77 i festival cinematografici veneti (sono conteggiate le diverse edizioni di ogni festival dal 2000 a oggi). Inoltre questa piattaforma fornirà servizi di organizzazione di eventi e rassegne, non solo nelle sale cinematografiche, ma anche in spazi pubblici come scuole, biblioteche, sedi di associazioni; service, sottotitolaggio, promozione e distribuzione di opere cinematografiche venete. «Per ora Veneto Film Network è solo un luogo virtuale – continua Trevisan – ma il vero scopo è quello di creare una rete tra professionisti all’interno della quale creare sinergie».
Francesco Bonsembiante sottolinea: «Mettere insieme tutti i pezzi è fondamentale, anche se complicato, ma finalmente si apre una strada costruttiva che prima non riuscivo a vedere a causa della totale incapacità di questa regione di vedere i risultati economici che porta la cultura, un’incapacità che ha portato a scelte suicide dal punto di vista economico e non solo culturale, come la follia di rinunciare alla Fiera delle Parole a Padova. Nonostante ciò in questa regione la produzione di film è in aumento e non mancano gli esempi di registi, sceneggiatori e produttori veneti che ricevono menzioni in festival internazionali e continuano a nascere iniziative legate al cinema che fino a otto anni fa erano impensabili, anche con l’Università».
Veneto, tassello mancante del Nordest
Lo conferma Farah Polato, docente del Dams dell’Università di Padova, che testimonia la maggiore volontà di dialogo tra Ateneo e realtà audiovisive del territorio, che diventano anche oggetto di ricerca. «Il Veneto è il tassello mancante nel Nordest: la Friuli Venezia Giulia Film Commission ha un fondo per le produzioni di 1,5 milioni, il Trentino ne ha uno di oltre 800mila euro e l’Alto Adige ne investe addirittura 5 milioni di euro» dice Federico Poilucci, che dirige la FVG Film Commission, da lui fondata pionieristicamente nel 2000, quando la regione era molto meno frequentata dal cinema rispetto al Veneto, mentre in questi ultimi anni ha attratto produzioni romane, tedesche, austriache, slovene e croate.
Il modello DER in Emilia Romagna
Diversa l’esperienza dell’Emilia Romagna, dove nel 2015 è stato istituito un fondo regionale di sostegno alla produzione di 1,5 milioni di euro e dal 2016 anche allo sviluppo. Michele Mellara, regista e cofondatore nel 2004 dell’associazione DER (Documentaristi Emilia Romagna) ha spiegato come l’istituzione del Fondo sia stata il frutto di lunghe battaglie dei professionisti dell’audiovisivo. Con i progetti ormai decennali “Doc in Tour” e “Doc nelle scuole”, inoltre, la DER ha promosso la circuitazione del cinema documentario in regione al di fuori della normale distribuzione nelle sale.
«La vera scommessa – conclude Marco Segato – sarà rendere Veneto Film Network sostenibile anche senza i finanziamenti di Fondazione Cariparo, che copriranno solo i primi due anni. E soprattutto sarà fondamentale che questo diventi un progetto collettivo e non un trampolino egoistico e che ci si incontri periodicamente anche in modo informale per confrontarsi».
Marina Resta