Startup innovative, il Veneto seconda regione per soci corporate
Il Veneto ospita l’11,3% dei soci corporate di startup innovative italiane, e si posiziona così al secondo posto fra le regioni, alle spalle della sola Lombardia, per numero di investitori. Un rapporto in qualche misura ribaltato rispetto al numero di startup innovative (ovvero iscritte all’apposito registro) che hanno radici in terra veneta: infatti queste rappresentano il 7,7% del totale italiano. Dunque il Veneto è più “fertile” per quanto riguarda gli investitori che credono in imprese innovative, rispetto a quanti ne fondano una.
I dati sono rivelati dal primo Osservatorio sui modelli italiani di Open Innovation e di Corporate Venture Capital, presentato oggi a Milano e promosso da Assolombarda, Italia Startup e Smau, in partnership con Ambrosetti e Cerved. Una ricerca che punta a due obiettivi, condivisi nel contesto dell’Industry Advisory Board di Italia Startup, in coordinamento con il progetto Startup Town di Assolombarda: dare una prima dimensione al fenomeno del Corporate Venture Capital italiano, inteso come investimento finanziario e industriale in startup innovative italiane; individuare modelli concreti e replicabili di Open Innovation, includendo nell’analisi l’identificazione delle esigenze aziendali, gli incontri conoscitivi, i vantaggi per il business, la costruzione di reti innovative, fino alle vere e proprie acquisizioni.
I dati di bilancio delle società (di capitale) che sono nel capitale delle startup innovative iscritte indicano che oltre il 60% di questi investitori sono large corporate, con un giro d’affari di oltre 50 milioni di euro. Sono circa 400 le PMI e 31 le microimprese.
Quasi la metà delle corporate che hanno investito in startup innovative operano nel campo dei servizi non finanziari (48,2%); oltre un terzo nei servizi finanziari e assicurativi (34,1%), il 5,2% nell’industria tradizionale, il 2,9% nella meccanica. Il 2,1% nella produzione di apparati hi tech.
Oltre due terzi dei soci corporate delle startup innovative iscritte hanno sede nel Nord della Penisola (69%). Il Nord ospita anche la maggior parte delle startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, ma la percentuale è significativamente inferiore (55%). Questo significa che un flusso consistente di investimenti di società del Nord vanno a beneficio di startup che operano nel Centro- Sud. Infatti, i dati evidenziano anche che il 59% dei soci corporate investe in startup fuori regione. «Questo dato evidenzia il superamento della logica del distretto industriale, un fenomeno che come Smau conosciamo molto bene grazie all’ormai consolidato presidio dei territori attraverso il Roadshow – spiega Pierantonio Macola, presidente di Smau –. È evidente che la strategia di specializzazione intelligente a cui le Regioni sono chiamate in ambito ricerca e innovazione ha come naturale conseguenza la creazione di un mercato dell’innovazione di respiro nazionale a cui le imprese dimostrano di essere già pronte».
La ricerca evidenzia, infine, che le imprese corporate che hanno investito in startup innovative hanno prevalentemente optato su imprese che fanno R&D o producono software e servizi informatici: L’industria tradizionale nel 77% dei casi ha investito in startup che fanno R&D, Le imprese che operano nel settore della meccanica scelgono nel 61% dei casi startup che operano nel campo del software e dell’informatica, così come le aziende che si occupano di produzioni Hi-tech (76% dei casi).