Restauratori contro il ministero: "L'elenco dei professionisti ci esclude"

I restauratori veneti si organizzano contro il Mibact, il ministero dei beni culturali che ha pubblicato un elenco dei restauratori professionisti che accoglie solo i diplomati delle Scuole di alta formazione escludendo molti artigiani che praticano il mestiere da anni. Per questo Confartigianato organizza un seminario dal titolo “Gli aspetti legali sull’ottenimento della qualifica di Restauratore” per venerdì 30 settembre 2016 alle ore 17.30 presso il Centro Congressi di Confartigianato Vicenza in Via Fermi 201, a Vicenza. Obiettivo dell’evento, organizzato dal gruppo Restauro di Confartigianato del Veneto, approfondire i provvedimenti emanati dal Mibact ed esaminarne gli effetti sull’operatività delle imprese del settore.

«Mi auguro – afferma il neo presidente del mestiere Alberto Finozzi– che trattando un tema di grande attualità per la categoria, la partecipazione dei nostri soci all’evento sia numerosa creando così i presupposti per un consolidamento del gruppo restauro Veneto. Le iscrizioni stanno procedendo positivamente, stiamo ricevendo richieste di partecipazione anche da aziende della Toscana e dell’Emilia Romagna. L’obiettivo del seminario è trasferire le conoscenze agli interessati in merito ai provvedimenti emanati dal Mibact che hanno un impatto sulla qualifica di restauratore ed esaminare gli effetti sull’operatività delle imprese del settore. Durante l’incontro verranno inoltre esaminate le possibili azioni legali a tutela della categoria grazie al contributo di uno dei maggiori esperti legali in questo campo, l’Avvocato Pietro Celli».

“Non vogliamo passare in secondo piano”

Confartigianato è sul piede di guerra dopo che il 21 luglio scorso, ai fini della partecipazione al concorso pubblico per funzionari restauratori, il Mibact ha pubblicato l’elenco di quanti sarebbero in possesso della qualifica di restauratore per parteciparvi accogliendo esclusivamente diplomati delle Scuole di alta formazione. Moltissimi professionisti quindi sono stati esclusi, dal momento che il ministero non ha atteso la conclusione dell’iter di riconoscimento della qualifica di restauratore di beni culturali ancora in essere (che avrebbe dovuto concludersi il 31 luglio ed è stata poi ulteriormente prorogata dal Ministero stesso al 30 giugno 2017) e non ha tenuto conto degli altri titoli previsti nella Legge 7/2013, che stabilisce i necessari requisiti professionali per diventare restauratore (tra cui ad esempio la dimostrazione dei requisiti tramite l’attività lavorativa svolta sui Beni Culturali). Professionisti che ora sono condannati ad una attesa estenuante per il riconoscimento della qualifica, e devono passare in secondo piano per tutte le amministrazioni pubbliche e per le stazioni appaltanti private, che privilegeranno gli elenchi già pubblicati ad hoc e i neo laureati.

Restauratori esclusi, ricorso al Tar

Contro quel provvedimento Confartigianato ha fatto ricorso al TAR del Lazio, assieme a molte altre organizzazioni di settore. «Il ricorso è una azione necessaria a tutelare i diritti di tanti nostri soci restauratori – dichiara Finozzi– di fronte ad una impropria ed inaccettabile disparità di trattamento da parte del Ministero dei Beni Culturali che di fatto privilegia il titolo di studio ad un curriculum che comprenda l’esperienza lavorativa maturata sul campo. Ci opporremo in tutti i modi -prosegue il Presidente- anche con ulteriori azioni legali ad un atteggiamento del ministero dei Beni culturali che a nostro avviso non rispetta le stesse leggi dello Stato ponendo così una pesante ipoteca sul futuro dell’attività di molte imprese di restauro».

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