Don Torta: annullare le assemblee di Veneto Banca e BpVi
Don Torta va all’attacco dopo l’arresto di Vincenzo Consoli, ex ad e “dominus” di Veneto Banca, e chiede di annullare le ultime assemblee di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza, e la «non negoziabilità del pacchetto azionario delle due banche sino alla conclusione dei procedimenti penali». Una richiesta contenuta in una lettera firmata dal Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico Torta” e inviata alle procure che indagano, al Ministro dell’Economia, ai parlamentari e ai vertici delle due banche ex popolari venete, oltre che a Banca d’Italia e Consob.
Le azioni “baciate” sotto l’occhio delle procure
«Prima degli aumenti di capitale del 2013 e 2014 le due banche popolari di cui all’oggetto avevano circa 100mila soci – si legge nel documento –. Con le operazioni di aumento di capitale del 2013 e 2014 i soci sono raddoppiati e alle assemblee del 19 dicembre 2015 per Veneto Banca e del 5 marzo 2016 per Banca Popolare di Vicenza sono stati chiamati ad esprimere il voto sulla trasformazione anche i soci acquisiti con l’aumento di capitale e operazioni “baciate”. Appare oramai pacifico che le cosiddette operazioni “baciate” sono state contratte in violazione di legge e quindi sono nulle, con la conseguenza che coloro che hanno acquistato le azioni con finanziamento della banca, senza essere precedentemente soci, non sono soci e quindi non avrebbero potuto partecipare alle assemblee tutte, specialmente quelle di trasformazione di cui sopra».
Secondo i calcoli del coordinamento “Don Torta” «i nuovi soci acquisiti attraverso operazioni “baciate” sono almeno 3mila per Veneto Banca ed almeno altrettanti per Popolare di Vicenza. Che molti di tali nuovi soci da “baciata” hanno partecipato alle assemblee pur non avendone titolo stante il negozio illecito. Che, quindi, le assemblee e le decisioni sono radicalmente invalide, indipendentemente dalla effettiva influenza sul deliberato che il voto dei non soci avrebbe potuto avere. Che, in ogni caso, andrebbe precisamente indagato quanti siano i non soci da “baciata” e quanti di essi abbiano partecipato alle assemblee. Che anche le assemblee successive a quelle del 19 dicembre 2015 e 5 marzo 2016 sono parimenti viziate, nonostante il cambiamento di struttura societaria».
“Annullare le assemblee di Veneto Banca e BpVi”
Ne consegue che i destinatari della lettera dovrebbero attivarsi «per bloccare il deliberato delle assemblee del 19 dicembre 2015 di Veneto Banca e 5 marzo 2016 di Banca Popolare di Vicenza ed anche delle successive assemblee» e per «“congelare” il pacchetto azionario di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, impedendone la negoziabilità, in qualsiasi forma, sino alla conclusione dei procedimenti penali pendenti e penali e civili che avessero ad instaurasi».
La missiva si conclude «con espresso invito agli amministratori di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza ad astenersi da qualsiasi operazione di vendita e/o trasferimento, in qualsiasi forma, totale o parziale di Veneto Banca s.p.a. e di Banca Popolare di Vicenza in quanto l’attuale assetto giuridico delle società, il C.d.A, il Collegio Sindacale sono frutto di un procedimento viziato».
Tutto questo a pochi giorni dall’assemblea di Veneto Banca convocata per lunedì 8 agosto 2016, dove verrà eletto il nuovo consiglio di amministrazione indicato dal Fondo Atlante, che vedrà alla presidenza Beniamino Anselmi e Cristiano Carrus nel ruolo di amministratore delegato.