Welfare aziendale, Confartigianato aiuta le Pmi

Confartigianato Vicenza aiuta le Pmi a mettere in campo una consulenza per realizzare di welfare aziendale per i propri dipendenti, dall’asilo aziendale alla banca delle ore, dai servizi fiscali fino allo smart working, il lavoro da casa con orari flessibili. Tutto questo grazie al progetto che parte oggi “Modelli e strumenti di welfare aziendale per le comunità di piccole imprese” promosso dal Cesar, l’ente di formazione di Confartigianato Vicenza, che la Regione Veneto finanzia attraverso il bando “Pari opportunità nel lavoro che cambia”, con 300mila euro, per una durata di due anni. Obiettivo: favorire la conciliazione fra tempo del lavoro e impegni familiari. Sono già 66 le aziende che hanno aderito, soprattutto dei settori tessile e metalmeccanico. Ma le iscrizioni sono aperte presso Confartigianato di Vicenza, Padova, Treviso e Verona. Aderiscono come partner la Cisl e la Uil vicentine, la Consigliera di Pari Opportunità della Provincia di Vicenza e alcuni enti locali (Unione Montana Astico, Comuni di Asiago, Foza, Enego, Conco e Schio).

Smart working e welfare aziendale in Veneto

Le aziende partner saranno accompagnate nella realizzazione di nuove forme di organizzazione del lavoro rispetto agli orari – turnazioni, flessibilità, congedi parentali, pause, permessi –, ai processi – come la distribuzione delle competenze, il lavoro in team, i sistemi di delega, gli orari delle riunioni, le priorità, i carichi e la pianificazione – e ai luoghi – sperimentando ad esempio forme di telelavoro, lavoro decentrato, mobilità verso il posto di lavoro e “smart working”. Informazione, formazione, consulenza, accompagnamento, sperimentazione e “buone pratiche” saranno le parole d’ordine. Una volta individuati i provvedimenti più utili, la spesa sarà a carico dell’azienda.

Conciliare tempo del lavoro e della famiglia

«È la prima volta – dice Tiziana Pettenuzzo, direttrice del Cesar – che nella nostra regione così tante imprese di piccole e medie dimensioni sperimentano un nuovo sistema di welfare. In senso più ampio, con questo progetto miriamo a ‘valorizzare le differenze’ in azienda. Si tratta di un cambiamento prima di tutto culturale, perché cambia il modo di vivere l’impresa: infatti, proprio le Pmi e gli imprenditori ne saranno i primi protagonisti. Avere collaboratori qualificati e motivati è fondamentale per il successo di un’attività, e la soddisfazione dei collaboratori dipende prevalentemente dalla misura in cui essi riescono a conciliare la professione, la famiglia e il tempo libero».

«Le nostre aziende – aggiunge Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza – sono una sorta di ‘famiglia allargata’, date le loro dimensioni, dove il titolare ha un rapporto unico e particolare con i suoi collaboratori. Perciò, studiare e mettere in pratica un welfare aziendale vuol dire dare un nuovo riconoscimento a quanti collaborano per il successo dell’azienda e, nello stesso tempo, rendere l’impresa più ‘appetibile’ da parte di nuovi lavoratori. Se fino a qualche anno fa sopravviveva un tipo di welfare assistenzialista, costoso nella misura in cui il denaro veniva erogato senza controlli o sistemi di equità reale, oggi i tempi anche in questo settore sono cambiati: le persone chiedono attenzione e servizi tagliati sulle loro necessità».

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