Brexit e Made in Veneto: a rischio 3,5 miliardi di export
La Brexit può costare al Veneto 3,5 miliardi di euro. È l’allarme lanciato da Luigi Curto, presidente di Confartigianato Veneto. Brexit o Remain? La scelta dei cittadini del Regno Unito, chiamato giovedì 23 giugno 2016 a votare a favore o contro l’uscita dall’Unione Europea, avrà ripercussioni anche sulle imprese venete, le cui esportazioni verso il Regno Unito valgono 3,5 miliardi di euro. Il dato è del 2015, ed è in crescita negli ultimi due anni, con un incremento che si è confermato nelle esportazioni del primo trimestre del 2016: +1,5%. L’arcipelago britannico pesa per il 5,8% delle esportazioni delle imprese venete. E con la sua uscita dall’Ue, il peso delle esportazioni verso i paesi che non aderiscono alla bandiera stellata aumenterebbe dall’attuale 39,5% al 45,3%. L’Europa in senso politico, insomma, conterebbe molto meno in quanto mercato privilegiato.
«La scelta inglese di affrontare il rischio di un referendum è da ammirare sotto l’aspetto democratico – afferma Curto – ma il rischio economico è indubbio. L’effetto psicologico, i rischi di un periodo difficile per il potere di acquisto degli inglesi e le inevitabili turbolenze sui mercati monetari con una sterlina sotto stress incideranno non poco nei flussi delle merci. Flussi fondamentali per la nostra economia. Sulla base delle valutazioni dell’Ocse (2016), che individuano l’impatto della Brexit sulla domanda di importazioni pari al 9,4% per i beni intermedi e al 9,7% per i beni di consumo, si stima che la vittoria dei “leave” domani determini 727 milioni di euro di minori esportazioni italiane nei settori a maggiore concentrazione di Micro e Piccola Impresa».
Brexit, rischio export per il Veneto: macchinari e vino
I settori con maggiori vendite dal Veneto al Regno Unito sono quello delle Macchine ed apparecchi NCA, con 523 milioni di euro esportati nel 2015, seguito dalle bevande (il vino in particolare) con 399 milioni e da prodotti di altre industrie manifatturiere con 297 milioni. Gli articoli in pelle valgono 251 milioni e mezzo, l’abbigliamento 266 milioni. Questi primi cinque settori rappresentano oltre la metà delle esportazioni venete oltre Manica, il 51,6%.
«Un rischio che colpirebbe soprattutto il Nord Est – chiude Curto –. L’analisi per territorio mostra che la regione con la maggiore esposizione nei settori di Pmi sul mercato del Regno Unito, valutata come incidenza percentuale delle esportazioni manifatturiere dei settori a più alta concentrazione di Pmi sul valore aggiunto del territorio, è il Friuli-Venezia Giulia con l’1,22%, contro una media nazionale dello 0,52%, seguito dal Veneto con l’1,12%, dalla Toscana con lo 0,96% e dall’Emilia-Romagna con lo 0,94%». Tre delle sette provincie venete rientrano tra le prime dieci per esposizione in Uk: Belluno con l’export di Pmi sul valore aggiunto regionale pari al 3,93%, seguita da Pordenone con il 2,64%, Gorizia con il 2,58%, Reggio Emilia con il 2,41%, Piacenza con il 2,35%, Prato con il 2,19%, Treviso con il 2,01%, Vercelli con l’1,78%, Vicenza con l’1,71% e Salerno con l’1,70%.
Foto: Londra, via Wikipedia, di Diliff – Opera propria, CC BY 3.0