BpVi, arrivano le multe della Consob a dirigenti e funzionari
Multe «pesanti» per dirigenti BpVi e funzionari di alto livello: sarebbero in arrivo dalla Consob, scrive oggi Il Giornale di Vicenza. Motivo delle sanzioni dell’autorità di vigilanza bancaria sarebbero alcune supposte violazioni del Mifid, la normativa dell’Unione Europea che impone alle banche di compilare una serie di documenti che classificano i propri azionisti in modo da proporre loro investimenti adeguati alla loro fascia patrimoniale e di reddito. Si tratta dello stesso tipo di violazione che è stata scoperta dall’ispezione della Banca Centrale Europea di cui ha scritto Repubblica pochi giorni fa: violazione che riguarderebbe 58mila azionisti di BpVi. In tutti quei casi secondo gli ispettori della Bce, la Popolare di Vicenza non avrebbe stilato gli adeguati profili di rischio dei propri risparmiatori.
Unione Nazionale Consumatori: “Contro BpVi 329 denunce di soci”
Sotto esame sarebbero le operazioni di vendita di azioni avvenute in occasione degli aumenti di capitale lanciati dalla Banca Popolare di Vicenza nel 2013 e successivamente nel 2014. Non appena la notizia si è diffusa, è arrivato un primo commento da parte dell’Unione Nazionale Consumatori: «Meglio tardi che mai, anche se, tanto per cambiare, si tratta di sanzioni che, nella migliore delle ipotesi, sono tardive – afferma Massimiliano Dona, segretario dell’associazione –. L’Unione Nazionale Consumatori del Veneto ha presentato, a partire dall’ottobre 2015, ben 329 denunce penali come atti di intervento segnalando le violazioni della procedura Mifid da parte di tutte le filiali. Come è possibile che la Consob proceda solo ora con le sanzioni?».
Secondo Dona, inoltre, «non bastano poi le multe. L’Unione Nazionale Consumatori del Veneto ha già chiesto il sequestro dei beni della dirigenza responsabili di queste violazioni, ai sensi dell’articolo 321 del codice di procedura penale. Ora la Popolare di Vicenza si deve mettere intorno ad un tavolo conciliativo, come ha promesso, per poter restituire almeno una parte di quanto i risparmiatori hanno perso. Solo così si potrà chiudere questa vicenda».