Lezioni a rischio per lo sciopero della scuola il 20 maggio

Sciopero della scuola 20 maggio 2016: in Veneto sono 60mila i docenti e 20mila gli altri dipendenti del personale Ata interessati. Lo sciopero sfocerà in una manifestazione regionale a Venezia. Lezioni a rischio, quindi, venerdì 20 maggio per una manifestazione convocata dalle sigle Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal «per il contratto, la valorizzazione professionale, la fine della precarietà, le questioni relative al personale non docente ed ai dirigenti, gli investimenti nell’istruzione ed il buon funzionamento delle scuole». A Venezia la manifestazione partirà con corteo alle 9.30 da piazzale Roma e si concluderà in campo San Geremia. Parleranno i segretari regionali Tina Cupani (Cisl Scuola), Salvatore Mazza (Flc Cgil), Giuseppe Morgante (Uil Scuola) e Elisabetta Capotosto (Snals Confsal). Al termine della manifestazione una delegazione andrà al’Ufficio Scolastico Regionale per un incontro con la dirigente.

Fra i punti principali della piattaforma dello sciopero della scuola 20 maggio 2016 ci sono le rivendicazioni sul contratto, che non viene rinnovato da 7 anni. «La Corte costituzionale e una successiva pronuncia del Tribunale di Roma hanno sentenziato l’illegittimità di ulteriori rinvii, ma la partita è più che mai aperta con il governo che non mette a disposizione le risorse necessarie» afferma la Cgil del Veneto.

Sciopero della scuola 20 maggio 2016, le rivendicazioni

Altri punti sono il taglio di organico per il personale Ata – amministrativo tecnico e ausiliario – che porta a riversare «sulle segreterie scolastiche profluvi di adempimenti che nulla hanno a che fare con la funzione istituzionale della scuola» sempre per la Cgil. Rimane poi il nodo del lavoro precario, su cui Cgil chiede «il riconoscimento pieno di chi ha maturato il diritto all’impiego per aver prestato servizio per almeno 36 mesi (limite imposto dalla Corte di Giustizia europea) da supplente e per aver acquisito titoli validi alla stabilizzazione».

«Abbiamo molte buone ragioni per scioperare – sottolinea Tina Cupani della Cisl – e per ognuna di questa una richiesta che sosteniamo unitariamente. In primo luogo il rinnovo del contratto che ormai da sette anni rimane immutato e la stabilizzazione dei precari che hanno acquisito i titoli validi per il consolidamento della propria posizione lavorativa».

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