Relazione Banca d'Italia, Visco promuove il Fondo Atlante

Relazione Banca d’Italia: il governatore Ignazio Visco si sofferma a lungo sulle crisi bancarie e tocca il ruolo del Fondo Atlante nell’evoluzione del sistema delle ex grandi banche popolari. Le vicende di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche se non citate espressamente dal governatore, tornano più volte nel discorso pronunciato oggi 31 maggio 2016. «Per le popolari di grande dimensione era necessaria una netta discontinuità» afferma Ignazio Visco, aggiungendo che Atlante contribuirà «allo sviluppo del mercato degli attivi deteriorati» concentrandosi «nelle tranche più rischiose delle cartolarizzazioni».

«Siamo consapevoli delle maggiori difficoltà che oggi si incontrano nel gestire le crisi bancarie e delle conseguenze gravi che ne possono derivare sulla fiducia dei risparmiatori – ha detto Ignazio Visco leggendo la relazione annuale –. Aggiorniamo costantemente metodi e procedure di intervento preventivo. Siamo aperti alle critiche costruttive, impegnati a dare conto del nostro operato».

Il ruolo del Fondo Atlante nelle crisi bancarie

«La collaborazione con le autorità di governo, con le altre autorità di supervisione e controllo, con gli stessi intermediari è intensa – ricostruisce Visco –. Ne sono esempio la costituzione del fondo di investimento privato Atlante, già intervenuto in un aumento di capitale richiesto dalle autorità di vigilanza, e le iniziative per la creazione di fondi bancari volontari per l’intervento in caso di crisi. Allo sviluppo del mercato degli attivi deteriorati contribuiranno altresì gli investimenti del fondo privato Atlante, che potranno concentrarsi nelle tranche più rischiose delle cartolarizzazioni. Pur con risorse al momento relativamente contenute, Atlante può dimostrare che è possibile conseguire rendimenti attraenti acquistando sofferenze a prezzi più elevati di quelli oggi offerti dagli investitori specializzati. Riteniamo che il fondo abbia la determinazione, l’indipendenza e la professionalità per affrontare questa sfida con successo; quanto più ci riuscirà, tanto più sarà possibile raccogliere nuovi investimenti, alimentando un circolo virtuoso».

“Netta discontinuità” per le grandi popolari

Poi il governatore di Bankitalia ha toccato la riforma del 2015 delle banche popolari, l’innesco che ha reso evidente la crisi che attraversava quel mondo. «La legge di riforma delle banche popolari ha posto le premesse per risolvere il duplice problema del controllo sull’operato degli amministratori – ha affermato Visco –, che nelle forme cooperative può essere poco efficace o addirittura soggetto a incentivi perversi, e dei vincoli a reperire capitali sul mercato. Queste debolezze erano accentuate nelle popolari più grandi. La legge appresta rimedi opportunamente differenziati. Alle popolari più piccole offre possibilità, che vanno pienamente sfruttate, per migliorare la qualità complessiva della governance e accrescere la capacità di raccolta di capitale. Per le popolari di grande dimensione era necessaria una netta discontinuità».

Relazione Banca d’Italia: Visco spinge sulle aggregazioni

L’allusione a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca è evidente nel passaggio successivo, e nella «autoreferenzialità di alcune figure di vertice» non è difficile leggere in filigrana i nomi di Gianni Zonin e Vicenzo Consoli, ex presidenti della vicentina e della banca di Montebelluna, per anni avversari giurati e ora entrambi superati da nuove governance, e indagati in inchieste giudiziarie. «La trasformazione in società per azioni consente di dare soluzione a problemi divenuti urgenti, quali la scarsa trasparenza delle decisioni degli amministratori, l’autoreferenzialità di alcune figure di vertice, la resistenza al cambiamento – dice Visco –. Deve favorire aggregazioni che consentano di razionalizzare l’organizzazione, aumentare la redditività e l’efficienza, irrobustire il capitale. La legge ha previsto un congruo periodo di tempo, che termina il prossimo dicembre, per consentire alle maggiori banche popolari di pianificare le scelte strategiche e di attuare gli adempimenti necessari per la trasformazione societaria. Questo processo va completato celermente; arrivare a ridosso del termine espone a incertezze».

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