Veneto Banca, fusione certa dopo l'aumento di capitale
La fusione è certa. Con chi si farà, poi, è tutto un altro paio di maniche. Ma Cristiano Carrus, amministratore delegato di Veneto Banca, non ha alcun dubbio, e lo ha detto a chiare lettere ieri al convegno sulle banche popolari organizzato dalla Cgil a Mestre: «L’ipotesi dello stand alone non è concepibile – riporta Adnkronos – Al 100% la banca cercherà qualcuno con cui sposarsi. Non parliamo di tempi biblici, l’obiettivo è sedersi a parlare a qualche tavolo serio già nel 2016».
Se la macchina dell’aggregazione si è rimessa in moto, sarà anche perché nel frattempo due big del mondo delle popolari sono convolate a nozze pochi giorni fa, il 23 marzo: la fusione fra Banco Popolare e Bpm è stata benedetta dalla Bce e ora si avvia ai passi concreti, primo fra tutti l’aumento di capitale da 1 miliardo per il Banco. Ma in questo caso si parla di due istituti che hanno chiuso il 2015 con numeri positivi.
Diverso il caso delle due popolari in crisi a nordest, Veneto Banca (882 milioni di rosso nell’ultimo bilancio) e Banca Popolare di Vicenza (dove il segno meno è arrivato a 1,4 miliardi). L’ipotesi di fusione fra i due istituti, caldeggiata dall’ex presidente della vicentina Gianni Zonin prima che le tempeste di bilancio e giudiziarie lo costringessero alle dimissioni, è nel frattempo uscita dal novero delle possibilità. Resta da capire con chi l’istituto di Montebelluna cercherà un’intesa.
Il 5 maggio assemblea di Veneto Banca
I nodi da sciogliere però sono altri, prima di affrontare la fusione. Una corsa ad ostacoli che ha nel 5 maggio il punto di svolta. A quella data è convocata l’assemblea dei soci: oltre ad approvare il bilancio 2015, dovrà eleggere il nuovo consiglio di amministrazione, e a ruota approvare l’aumento di capitale da 1 miliardo di euro e la quotazione in Borsa.
Il nodo del cda è il più complicato. Sarà composto da 11 consiglieri come quello in carica – la “dimensione ottimale” indicata dal cda attuale, ma il range può arrivare fino a 15 – e non è chiaro se Carrus presenterà una propria lista. Di certo il movimento fra i soci è continui: “Per Veneto Banca” di Matteo Cavalcante, associazione che riunisce i grandi azionisti, scalpita e pretende ascolto e rappresentanza anche annunciando possibili azioni legali, mentre l’Associazione azionisti Veneto Banca di Giovanni Schiavon, che rappresenta i “piccoli”, cerca alleanze per poter contare.