Distretti in crescita: 7 su 15 sono veneti
Tra i 15 distretti industriali migliori per performance di crescita e redditività ben 7 sono veneti. A rivelarlo è l’ottavo rapporto annuale di Intesa Sanpaolo su economia e finanza dei distretti industriali, che ha analizzato 147 “cluster” e 48.100 aziende. In vetta alla classifica ci sono l’occhialeria di Belluno, passata dal quarto al primo posto rispetto al 2014, e il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (che è saltato dal nono al secondo posto).
Si conferma quindi il boom delle imprese venete già annunciato dai dati del primo trimestre. Lieve flessione solo per la concia di Arzignano, che scende dal sesto al quindicesimo posto, e per i vini del veronese, che escono dalla classifica. La città scaligera guadagna però in dolci e pasta (sesto posto), e settore grafico (tredicesimo). Decima posizione per le materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova, dodicesima per la meccanica strumentale di Vicenza.
Il monitor di Intesa Sanpaolo 2008-2014
Il Rapporto di Intesa Sanpaolo analizza i bilanci aziendali degli ultimi sei anni (2008-14) di oltre 48.000 imprese mettendo a confronto alcune appartenenti a 147 distretti industriali con quelle non-distrettuali attive negli stessi settori di specializzazione. Nonostante lo scetticismo che vede nei distretti modelli economici superati, lo studio mostra che le aree distrettuali sono più avanti di quelle delle imprese che ne restano al di fuori. I risultati: crescita del fatturato e affermazione delle medie imprese. La ricetta? Innovazione tecnologica, sguardo rivolto all’estero, partecipazione delle istituzioni locali.
La classifica dei distretti 2014-15
Nel biennio 2014-15 il fatturato delle imprese distrettuali è cresciuto in media d’anno dell’1,9%, mostrando un andamento migliore rispetto alle aree non distrettuali. Il Rapporto sottolinea come tra il 2008 e il 2015 i distretti siano cresciuti di quasi 6 punti percentuali, recuperando i livelli precedenti la crisi. Questo perché l’organizzazione distrettuale favorisce inoltre una migliore crescita degli occupati e una maggiore la tenuta occupazionale. Nei distretti inoltre si sta affermando una nuova classe di medie imprese, capaci tra il 2008 e il 2014 di aumentare significativamente il fatturato (+10%), di accrescere i propri addetti (+5% circa), di rafforzare i livelli di produttività del lavoro e di redditività.
Sulla base di questi elementi, il Rapporto stila una classifica dei 15 distretti migliori, che vede rappresentati tutti i settori, con una prevalenza dell’agroalimentare e del sistema moda. Ai primi posti e molto vicini si collocano due distretti veneti, l’occhialeria di Belluno e il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.
Fattori di competitività dei distretti
Quali sono i fattori strategici alla base dei risultati positivi? Innanzitutto è aumentata nel tempo la capacità di esportare, di effettuare investimenti diretti all’estero, di registrare brevetti e marchi; inoltre sempre maggiore attenzione è stata riservata all’innovazione tecnologica, organizzativa e di mercato. Infine, molto importante è il ruolo delle istituzioni locali, in particolare per quanto riguarda la realizzazione di infrastrutture, la gestione di progetti di sviluppo all’estero, l’erogazione di servizi nella ricerca, la realizzazione di iniziative formative.
Con particolare riferimento all’agro-industria, si osserva che le province distrettuali si caratterizzano per una più alta concentrazione di coltivazioni e allevamenti certificati DOP-IGP, una maggiore diversificazione dell’attività agricola e un’attenzione specifica alla produzione e all’utilizzo di energia rinnovabile. Inoltre, nei distretti l’età media dei capiazienda è minore rispetto a quella delle province non distrettuali, ed è più alta la percentuale di diplomati e laureati: proprio la maggiore specializzazione favorisce il processo di reshoring, cioè il rientro delle lavorazioni dall’estero, e le acquisizioni da parte delle multinazionali straniere.
Previsioni per il biennio 2016-17
Per il prossimo biennio le stime per le aree distrettuali sono ancora positive: rimarranno forte la competitività e stabili i consumi, mentre si rafforzeranno gli investimenti; il fatturato, sostenuto dal mercato interno, vedrà una crescita media annua del 2,7%. Proseguirà la fase di ripresa dei margini unitari, e si assisterà a un allentamento delle tensioni sul fronte della sostenibilità del debito, grazie anche alla presenza di condizioni del credito particolarmente favorevoli.
Rebecca Travaglini