Banca Popolare di Vicenza taglia la pubblicità del 20%
Banca Popolare di Vicenza taglia le spese per la pubblicità del 20%. La pubblicità è l’anima del commercio, e questo vale tanto più per le banche: spot alla televisione, cartellonistica, inserzioni sui giornali, tutto fa brodo quando si tratta di convincere il cliente ad affidare i propri risparmi, specialmente in tempi duri come questi per il sistema bancario. Ma per Banca Popolare di Vicenza in questa fase di profonda crisi si tratta di un investimento da tagliare: meno 20% nel 2015, così dal bilancio che sarà approvato dall’assemblea dei soci convocata per sabato 26 marzo alla Fiera di Vicenza.
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I numeri in realtà sono piccoli, e rappresentano un dettaglio rispetto alla voragine di 1,4 miliardi di perdite messe a bilancio dell’anno passato. Ma anche i dettagli sono importanti, e a volte hanno un valore simbolico molto più alto delle nude cifre, come nel caso della Fondazione Roi, il cui patrimonio è stato di fatto svuotato da un investimento massiccio – che ora si rivela drammaticamente sbagliato – in azioni della Popolare.
Spot: in Banca Popolare di Vicenza 2 milioni in meno
Al 31 dicembre 2014 le spese per “pubblicità e rappresentanza” ammontavano a 10 milioni 224mila euro, mentre al 31 dicembre 2015 sono scese a 8 milioni 225mila euro. In un anno meno 2 milioni di euro, pari a un taglio del 20% in spese pubblicitarie e di rappresentanza. I numeri si trovano nel progetto di bilancio di esercizio che il consiglio di amministrazione presenterà all’assemblea del 26 marzo ai soci per l’approvazione (qui il documento in pdf).
A Zonin 1 milione, mentre aumentano i dirigenti
Le spese per i dirigenti sono in crescita (+52%) e il Corriere della Sera ha rivelato come dei quasi 17 milioni di euro spesi nel 2015 per la dirigenza strategica, 1 milione sia andato all’ex presidente Gianni Zonin, dimessosi nel corso dell’anno perché indagato dalla Procura di Vicenza. I costi per dirigenti con responsabilità strategiche ammontano a 16 milioni 694mila euro. Di questi, 11 milioni 620mila euro comprendono salari, stipendi, gettoni di presenza e benefit vari, mentre 261mila euro sono spese per contributi a fondi pensione e Tfr.
I dirigenti aumentano anche di numero, da 75 a 80, e crescono anche i quadri direttivi, da 1.849 a 1.865, mentre il restante personale dipendente è diminuito sotto la scure dei primi prepensionamenti passando da 2.288 a 2.274 persone. L’effetto paradossale è che i dipendenti della banca, nell’anno nero 2015, sono sia pur di pochissimo aumentati (4 unità) proprio a causa dell’espandersi dell’area dirigenti e quadri.
Giulio Todescan