Boom dei voucher Inps: «Tutela dei lavoratori a rischio»

Il boom dei voucher in Veneto – 23 milioni negli ultimi sei anni – mette in allarme i consulenti del lavoro. Che avvertono: «Da strumento utile contro il lavoro nero, rischiano di diventare uno strumento per eludere le regole, con cui a rimetterci a lungo termine restano i lavoratori». Parola di Marco Degan, presidente dell’Ancl Veneto, il sindacato unitario dei consulenti del lavoro, che sul tema hanno tenuto un convegno martedì a San Martino Buon Albergo (Verona), con un confronto fra docenti universitari, sindacati e Inps.

Boom dei voucher: +66% nel 2015

Una preoccupazione, quella dei consulenti del lavoro, che parte dall’analisi dei numeri: in tutta Italia (dati Inps) nel 2015 sono stati venduti circa 115 milioni di voucher, pari a 1 miliardo e 150 milioni di euro, con un incremento del +66% rispetto al 2014. I primi mesi del 2016 dicono che i buoni lavoro stanno già crescendo del 58% rispetto a un anno fa.

In Veneto nel 2014 sono stati spesi in voucher quasi 97 milioni di euro, e che sommati con quelli erogati in Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna rappresentano il 65% di tutti i voucher acquistati in Italia. «I dati numerici fanno venire il sospetto che ci sia un sovrautilizzo di voucher, se non proprio un uso indiscriminato – è il commento di Degan – In assenza di adeguati controlli, questo strumento si presta ad un uso spregiudicato con la conseguente elusione delle norme in materia di lavoro e sicurezza».

“Anomalia” da tenere sotto controllo

La crescita esponenziale di voucher, strumento nato per far emergere il nero, è dunque per i consulenti del lavoro una grande anomalia meritevole di una più approfondita analisi. Anche perché, spiega Degan, «lavorare con i voucher significa lavorare senza le tutele previste dai contratti, con una ridotta copertura assicurativa previdenziale e senza diritto agli ammortizzatori sociali».

Voucher da 10 euro, tetto a 7 mila euro l’anno

Un voucher costa 10 euro. Di questi 7,5 restano in tasca al lavoratore. Un voucher vale un’ora di lavoro. Il Jobs Act, e in particolare il dlgs 81/2015 sul riordino dei contratti, ha stabilito come unico parametro per il loro utilizzo un tetto di 7 mila euro l’anno come reddito massimo percepibile. «Siamo convinti che le istituzioni debbano fare una riflessione sui numeri importanti che i voucher stanno portando – conclude il presidente dell’Ancl Veneto – Da strumento utile contro il lavoro nero, rischiano infatti di diventare uno strumento per eludere le regole, con cui a rimetterci a lungo termine restano i lavoratori».

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