BpVi, i sindacati: "Top management faccia sacrifici"

Il nuovo piano industriale della Banca Popolare di Vicenza – anche in vista della maxi perdita da 1,4 miliardi di euro messa a bilancio nel 2015 – avrà ricadute sul personale. Lo dicono i sindacati Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil e Unisin. Operatori delle filiali e sportellisti non vivono un momento facile: il 17 febbraio sono stati incontrati dai vertici della banca, e spronati da Iorio e Dolcetta a fare il massimo per far ripartire la banca – di cui moltissimi sono azionisti – nel suo momento più difficile. Mentre fuori i piccoli soci protestavano: erano in pochi, ma probabilmente saranno di più a Vicenza venerdì 26 nel corteo convocato dal coordinamento di Don Torta.

“Sacrifici? Anche per il management”

Lunedì 22 febbraio, fanno sapere i sindacati, l’azienda ha avviato  la nuova procedura sindacale prevista dal contratto nazionale di lavoro per gestire le ricadute sul personale derivanti dal recente aggiornamento del piano industriale». E ieri una nuova comunicazione della banca, che ha «la necessità di svolgere approfondimenti con gli organi istituzionali sui temi oggetto, tra l’altro, della prossima assemblea dei soci» e per approfondire «le indicazioni recentemente fornite dall’Inps» in merito alla compatibilità tra solidarietà difensiva (social hour) e nuova occupazione.

Mentre si apre un nuovo fronte di contrattazione le quattro sigle riunite nel coordinamento sindacale del gruppo chiedono che anche il management partecipi ai sacrifici imposti ai lavoratori: «Abbiamo ribadito, quale condizione fondamentale, che anche il Top Management contribuisca in maniera significativa al contenimento dei costi imposto dal Piano Industriale».

“Tutela legale per i dipendenti”

Altri punti qualificanti della piattaforma sono il «principio di volontarietà ed incentivazione per l’accesso al fondo di solidarietà»; l’opposizione «a qualsiasi tipo di esternalizzazione», la contrarietà a «deroghe alla legge ed alle norme contrattuali nazionali ed integrative», la conferma dei piani di stabilizzazione e nuova occupazione, «tutela legale e patrimoniale per i colleghi coinvolti nelle attività di collocamento di azioni ed obbligazioni del Gruppo», operazioni che sono nel mirino di diverse associazioni di consumatori che sono partite con una raffica di azioni legali.

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