Mercato dell'auto, il Veneto riprende a viaggiare

Dopo 7 anni di crisi, il mercato automotive inverte la rotta. Da gennaio 2015 il settore in Veneto è cresciuto di mese in mese chiudendo l’anno a quota +15,36% e con oltre 121 mila auto immatricolate. Un trend positivo in linea con quello nazionale, dove il saldo gennaio-dicembre ha segnato un complessivo +15,8% rispetto al 2014. Secondo la classifica stilata da Confcommercio Veneto, sulle sette province della Regione svetta Belluno, con 5.562 mezzi acquistati e un comparto in crescita percentuale del +22,75% in 12 mesi.

Saldo positivo per tutte le province

Alla capolista Belluno seguono Vicenza (+18,32%), Verona (+15,20%), Padova (+14,73%), Venezia (13,84%), Rovigo (+13,53%) e Treviso (+13,21%), mentre, per numero di vendite in valore assoluto, la classifica è guidata da Padova, con 24.816 nuove immatricolazioni, e Verona, dove ne sono state registrate 24.640. Le due città, da sole, hanno raccolto oltre il 40% delle vendite totali in Veneto. Guardando all’andamento del singolo mese di dicembre, la miglior performance è sempre quella di Belluno, che, sotto Natale, ha registrato un +46,32% di auto acquistate. Dietro si posizionano Padova (+15,71%), Rovigo (+11,73%), Treviso (+17,02%), Venezia (+23,44%), Vicenza (+16,30%) e Verona (+14,91%).

Zanon: «Imboccata la via della ripresa»

«Il dato, già positivo nel primo semestre dell’anno, ci lasciava ben sperare ma gli ultimi numeri sono per noi una conferma – ha commentato Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto – ricordiamoci che la crisi finanziaria ha falcidiato il settore automotive mandando il fumo oltre il 45% del mercato italiano e, anche in Veneto, hanno chiuso sia concessionarie che autosaloni. Oggi finalmente possiamo dire che l’auto ha ingranato la marcia giusta e viaggia sulla strada della ripresa».

Sina: «Utilitarie il 50% delle vendite»

La ripresa del mercato, secondo Giorgio Sina, presidente del Gruppo Auto Moto di Confcommercio Veneto, è dovuta per lo più agli acquisti dei privati, concentrati, però, verso una specifica tipologia di veicoli: le utilitarie. «Bisogna evidenziare come il settore si stia risollevando particolarmente nei segmenti “A” e “B” – ha spiegato Sina – cioè nelle utilitarie, che coprono il 50% delle vendite complessive. Contestualmente, però, abbiamo assistito anche a una ripresa di interesse delle automobili più grandi e che negli anni scorsi erano state poste più in disparte». «È un segnale che aiuta – conclude – anche se una clientela piuttosto ampia attendeva da anni di poter cambiare veicolo sobbarcandosi nel frattempo spese sempre più ingenti per la manutenzione di quello vecchio».

Camilla Pisani

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