Consumi elettrici: +2,9% per le Pmi venete
Le imprese venete consumano più energia, segno di una ripresa della produzione: è di 2,9 punti percentuali l’incremento dei consumi rilevato dall’osservatorio sui consumi elettrici del CAEM, il Consorzio Acquisti Energia & Multiutility promosso da Confartigianato Vicenza. Anche se non tutti i settori evidenziano risultati positivi, dopo anni di mancata crescita dei consumi sembra che il trend stia cambiando.
L’analisi realizzata dall’osservatorio CAEM, su un campione di 3.250 siti produttivi aderenti al consorzio, evidenzia – sempre nel terzo trimestre 2015 – un aumento dei consumi elettrici delle imprese pari a +2,9% rispetto all’anno scorso, vale a dire la crescita trimestrale più consistente osservata in cinque anni, e tale da consolidare il +1,1% del secondo trimestre.
La forte crescita dei consumi elettrici rilevata nel terzo trimestre coinvolge tutte le categorie, sia quelle dei servizi che quelle produttive. In particolare, si evidenzia un aumento dei consumi di energia nei comparti Alimentazione (+5,9%), Moda (+4,5%), Casa (+3,8%), Artigianato Artistico (+2,1%) e produzione Meccanica, Elettromeccanica, Concia, Chimica e Plastica (+1,%).
Venezia la provincia con più consumi elettrici
Il consorzio CAEM opera in più province, e fra queste si osservano i maggiori aumenti dei consumi elettrici a Venezia (+8,4%), Padova (+3,9%), Pordenone (+3,7%), Udine (+3,4%) e Vicenza (+2,9%).
«Tutto ciò lascia intuire – commenta Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza – che una certa svolta c’è: finalmente vediamo settori che hanno aumentato i loro consumi di energia elettrica per più trimestri. Si tratta di un indicatore importante, in quanto offre un’evidenza effettiva dell’utilizzo di attrezzature e macchinari. Ovviamente, e in particolare per il manifatturiero, questi dati non sono una garanzia automatica di guadagno e, ancora di più, del rispetto del pagamento delle commesse. Però essi contengono segnali positivi per un futuro che, speriamo, sia generoso con le nostre piccole e medie imprese, dato che esse rappresentano la spina dorsale del Paese».
Bonomo poi segnala l’attività del consorzio CAEM e i vantaggi che propone in termini di tariffe. «Un’impresa alimentata in media tensione con consumi annui pari a 100.000 kWh (tipicamente una metalmeccanica con 6/7 dipendenti) rispetto alle tariffe stabilite nel servizio di salvaguardia, può risparmiare 5.800 euro» dice Bonomo.