Patronati e Caf oggi chiusi contro i tagli

Sono 167 le sedi dei patronati e dei Caf di Cgil, Cisl, Uil e Acli chiuse oggi per protesta in Veneto: tutte le sedi degli sportelli di assistenza fiscale sociale e previdenziale della regione abbassano la serranda per un giorno, in segno di lotta contro i tagli da 28 milioni di euro previsti dal governo nella legge di stabilità. Il taglio è stato “alleggerito”, nel passaggio del testo dalla Camera al Senato, da 48 a 28 milioni di euro. Ma andrebbe azzerato del tutto, dicono le organizzazioni, perché si aggiungerebbe ai 35 milioni tagliati lo scorso anno.

Presidi all’Inps e gazebo a Venezia

La giornata di protesta prevede oggi, 11 dicembre, presidi degli operatori dei patronati delle quattro organizzazioni di fronte alle sedi Inps di ogni provincia del Veneto. Inoltre a Venezia si tiene l’iniziativa “I patronati in campo”, con gazebo in Campo San Geremia e in Campo S. Stefano per informare la cittadinanza.

«Chiusi, ma per essere aperti in futuro», è questo lo slogan che sarà affisso all’ingresso di tutte le 167 sedi venete dei patronati Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Acli, a cui si rivolgono, solo in Veneto, 700 mila persone ogni anno, chiedendo e ottenendo assistenza per tutto ciò che riguarda il welfare statale: la pensione, i sostegni al reddito – disoccupazione, maternità, assegni familiari -, l’invalidità civile, gli infortuni e le malattie professionali, il rinnovo dei permessi di soggiorno per gli immigrati.

Oltre 100 mila firme dal Veneto

La campagna ha avuto un’anticipazione nazionale il 9 dicembre con un presidio del Veneto e dalle altre regioni in piazza Montecitorio a Roma, in concomitanza con il dibattito parlamentare sulla questione dei patronati. «La campagna sta riscuotendo tantissime adesioni, rinnovando la stessa attenzione ricevuta l’anno scorso in occasione del pesantissimo taglio prospettato (e poi ridotto a 35 milioni di euro) che vide 1.200.000 cittadini (di cui oltre 100.000 nel Veneto) sottoscrivere la petizione a sostegno dei Patronati» affermano le quattro organizzazioni unite nella protesta.

«Ciò che oggi indigna molti è il fatto che dopo la decurtazione di un anno fa – proseguono Cgil, Cisl, Uil e Acli – si torni nuovamente a tagliare visto che, essendo rimasti immutati i protagonisti e le motivazioni, le decisioni già assunte l’anno scorso dal Parlamento avrebbero dovuto rimanere valide per tutta la legislatura. Non a caso lo stesso Servizio Tecnico di Camera e Senato sulla Legge di Stabilità sostiene che “andrebbe attentamente ponderata la effettiva praticabilità di ulteriori riduzioni degli stanziamenti alla luce dei ripetuti interventi già operati in precedenza”».

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