La mappa del lavoro perso e creato in Veneto
La crisi diventa un film che in qualche secondo fa scorrere gli otto anni che hanno colpito duramente e modificato per sempre l’economia mondiale, e anche quella veneta. Più che un cortometraggio, però, è un’infografica, quella pubblicata sul sito dell’agenzia Veneto Lavoro, dal titolo “Totale economia: variazioni occupazionali tendenziali”. Si clicca su “play” e sul territorio veneto iniziano a formarsi bolle che si vanno a gonfiare e sgonfiare: quelle blu stanno per i posti di lavoro creati, quelle rosse per i posti di lavoro perduti. Ecco che a gennaio 2008 – con riferimento ai 12 mesi precedenti – il Veneto è tutto blu: l’Alto Vicentino e la Bassa Padovana le zone con le bolle più grandi.
La mappa dell’occupazione nel Veneto della crisi
Poi i cerchi azzurri piano piano si sgonfiano, e compaiono dei puntini rossi. Un anno dopo, gennaio 2009, resistono solo “in positivo” le aree metropolitane di Verona, Padova, Venezia e Vicenza mentre il resto della regione è punteggiata da segni rossi: la disoccupazione che cresce.
A gennaio 2010 è recessione conclamata, e in tutta la regione sono migliaia i posti di lavoro andati in fumo.
Il 2011 e il 2012 danno segnali contrastanti, si perde lavoro ma se ne crea, anche se meno. Ma con il gennaio 2013 è di nuovo crisi nera con i bollini rossi che tornano a coprire uniformemente le province, e con particolare forza il Veneto centrale.
L’ultima istantanea disponibile è quella di settembre 2015. Con un asse occidentale da Verona a Vicenza e Padova in cui il tessuto economico torna ad assumere con grandi numeri. Mentre nella parte orientale e meridionale della regione, ma anche nella fascia montana a nord, i punti rossi ancora presenti segnalano una crisi che mostra ancora le sue ferite. Non ancora rimarginate.