Lavoro, 26 mila nuovi contratti in Veneto

I dati aggiornati al 30 settembre di Veneto Lavoro mostrano un trend positivo dei nuovi contratti a tempo indeterminato nella regione: «Il 1 ottobre è stata superata quota 100.000» dice l’agenzia della Regione Veneto, dato che si ottiene sommando nuovi contratti e “stabilizzazioni” di precedenti rapporti a tempo determinato. Si conferma il trend positivo già registrato ad agosto. Le nuove assunzioni a tempo indeterminato, va ricordato, se successive all’entrata in vigore del “Jobs Act” il 7 marzo 2015, non prevedono le tutele dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e dunque non hanno più il reintegro in caso di licenziamento illegittimo. A dare la spinta alle assunzioni è poi la decontribuzione triennale decisa dalla Legge di Stabilità 2015 per le assunzioni “senza scadenza”.

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Saldo terzo trimestre 2015: 26 mila indeterminati

Rimanendo però a settembre, ovvero alla fine del terzo trimestre, il dato è di 97.445 assunzioni indeterminate, a cui si possono sommare 33.290 rapporti di lavoro precari che sono stati stabilizzati. Al contempo le cessazioni di contratti sono state 104.324. Il saldo a fine terzo trimestre è di 26.411 nuovi contratti a tempo indeterminato.

Un anno fa, a settembre 2014, il saldo era invece negativo: -1.083 contratti a tempo indeterminato. Nel determinare l’impennata ha contribuito proprio l’aumento delle assunzioni, più che i dati su trasformazioni e cessazioni che non si sono discostate di molto (aumentati entrambi, questi fattori di fatto si “annullano” a vicenda). Invece confrontando le nuove assunzioni si nota un incremento di 35.158 unità dal settembre 2014 al settembre 2015. «Nel mese di settembre incidono particolarmente quelle attivate dal settore istruzione – spiega Veneto Lavoro –. Le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato sono aumentate dal 1 gennaio 2015 del 13% rispetto al corrispondente periodo del 2014 (oltre 33.000 trasformazioni contro 29.400)».

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Contratti precari: boom delle proroghe

Se le nuove assunzioni con contratti a tempo determinato sono sostanzialmente stabili (-1% nel 2015; + 1% su base annua), e ammontano a oltre 324.000 di cui 82.000 riferite a lavori stagionali, continua invece la forte crescita delle proroghe, dopo la liberalizzazione varata dal “decreto Poletti”: i contratti precari reiterati sono infatti cresciuti del 34% su base annua.

Si accentua la flessione nel ricorso all’apprendistato: -10% nel 2015, – 12% su base annua. Anche il lavoro intermittente viene utilizzato di meno: -9% nel 2015, -7% su base annua. Sempre più massiccio invece il ricorso ai “voucher”. Le collaborazioni a progetto evidenziano, nel 2015, una forte contrazione: -33%, visto che dal 25 giugno 2015 non è più possibile, con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 81/2015, stipulare contratti di collaborazione a progetto ai sensi degli artt. 61-69bis del Decreto Legislativo 276/2003. Continua a crescere il ricorso a tirocini, stage, borse di lavoro e lavori socialmente utili per un numero di movimenti pari a 32.615, di cui 25.573 tirocini.

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