BpVi, sindacati: troppi 300 esuberi, Zonin lasci
Oggi si è tenuto il primo incontro tra i vertici della Banca Popolare di Vicenza e i sindacati per cominciare a discutere le ricadute del nuovo piano industriale 2015-20, che prevede quasi 600 esuberi, di cui 300 da smaltire entro il primo gennaio 2016 e i restanti entro il 2020, oltre alla chiusura di 150 sportelli. Il sindacato dei bancari Fabi chiede la riduzione degli esuberi e il rinnovo dei vertici.
Xausa: «Meno esuberi, tagliare le consulenze»
«I 300 esuberi dichiarati dall’azienda entro il 2016 sono inaccettabili e si tradurrebbero soltanto in un impoverimento dei servizi della banca sul territorio. Per questo vanno ridimensionati – dice Giuliano Xausa, segretario nazionale del sindacato Fabi – Le eventuali uscite dei lavoratori dovranno essere negoziate solo su base volontaria e incentivata e la mobilità territoriale contenuta il più possibile»
«Chiediamo, infine una riduzione delle collaborazioni esterne e delle consulenze e che le nuove assunzioni proposte dall’azienda servano realmente a dare un’occupazione stabile ai giovani» aggiunge Xausa. Che poi dice la sua sulle indiscrezioni di stampa che fanno presagire un cambio ai vertici della Banca Popolare di Vicenza, che vedrebbe l’addio alla presidenza da parte di Gianni Zonin, indagato per aggiotaggio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza nell’inchiesta aperta dalla Procura di Vicenza sull’istituto di credito: «Quanto alle recenti indiscrezioni di stampa che vedono un imminente cambio al vertice della Popolare – dice a chiare lettere il segretario della Fabi – siamo favorevoli a un avvicendamento perché pensiamo che sia quanto mai necessario un segnale di discontinuità rispetto al passato».
Giulio Todescan