Valdastico Nord, Trento si siede al tavolo
Valdastico Nord, Trento apre e detta le sue condizioni per partecipare al tavolo paritetico con Stato e Regione Veneto per studiare un nuovo tracciato condiviso. Ieri, mentre il ministro Delrio inaugurava il tratto sud della A31 da Vicenza a Rovigo, la giunta della Provincia autonoma presieduta da Ugo Rossi approvava i quattro paletti da seguire nella trattativa.
Le contropartite: treno elettrico e meno tir in Valsugana
Eccoli, in sintesi: il primo è la “logica di corridoio” ovvero la necessità di parlare di Valdastico tenendo conto dei progetti, soprattutto ferroviari, già in corso; secondo, Trento non accetterà imposizioni e l’eventuale Sì dovrà passare per l’aggiornamento del Piano Urbanistico Provinciale. Cioè, tradotto, per un’approvazione del Consiglio provinciale.
Terzo punto, si dovranno fare tutti gli studi di traffico e di impatto ambientale necessari, studi che ad oggi per la giunta trentina «mostrano come questa opera sia in contraddizione con il quadro complessivo della mobilità»; infine se si troverà un’accordo questo dovrà comprendere delle contropartite in Valsugana, la valle che corre parallela alla Valdastico e che oggi è il principale corridoio di collegamento Veneto-Trento: le contropartite sono l’elettrificazione della ferrovia e no a nuovo traffico in quella valle, e stop all’ipotesi di strada a pedaggio in Valsugana promossa dalla Regione Veneto con un projct financing.
Il mandato politico: asse Rossi-Delrio
Il documento approvato ieri rappresenta il mandato politico con cui Trento si presenta al comitato paritetico che è la formula trovata dal governo per mantenere aperta la porta della prosecuzione dell’autostrada a nord, una rassicurazione importante per la società A4 Holding che vede appesa a quel progetto la prosecuzione in proroga della propria concessione sui pedaggi delle autostrade A4 Brescia-Padova e A31 della Valdastico.
Ugo Rossi spiega così quella che nei fatti è un’apertura finora inedita da parte di Trento: «Al ministro Delrio diremo che ci sediamo al tavolo ma con le idee molto chiare e senza accettare aprioristicamente soluzioni già confezionate da altri. Vogliamo valutare le ipotesi in termini di saldo attivo o negativo per il nostro territorio e la nostra comunità». E l’assessore provinciale ad infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi aggiunge: «L’intesa è un procedimento che deve avere un’apertura, un metodo, obiettivi, contenuti e una conclusione. Di questo si tratta».
Ecco il documento integrale approvato dalla Provincia autonoma di Trento:
Punto primo. Priorità all’infrastruttura ferroviaria.
La materia dovrà essere affrontata secondo una “logica di corridoio”, ovvero che tenga conto complessivamente di tutte le partite ancora aperte sul piano dei trasporti e dei collegamenti, comprese le tratte di accesso al Tunnel del Brennero, in particolare le circonvallazioni ferroviarie di Trento e Rovereto che per noi sono sempre state e rimangono prioritarie.
Secondo.
Dovrà esserci l’assoluto rispetto delle procedure e delle prerogative dell’Autonomia, che prevedono la necessità di arrivare ad un’intesa, senza imposizioni, ma anche che qualsiasi decisione passi dall’adeguamento del Piano Urbanistico Provinciale, che si fa con una legge approvata dal Consiglio provinciale. Sedersi ad un tavolo, in altre parole, non significa bypassare alcunché.
Terzo.
Ci si siede al tavolo di confronto con l’impegno di analizzare tutti gli studi in possesso della Provincia, ma anche quelli ulteriori che si vorranno fare, in materia di flussi di traffico e impatto. Studi che a nostro parere mostrano come questa opera sia in contraddizione con il quadro complessivo della mobilità.
Quarto.
Eventuali ipotesi alternative, che ad oggi non esistono ma che la Regione Veneto o il Governo potrebbero rappresentare, dovranno essere valutate secondo la citata “logica di corridoio”, in termini complessivi quindi, comprendendo anche aspetti come l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana, l’individuazione di tracciati stradali che non prevedano ulteriori carichi di traffico sulla Valsugana e la zona dei laghi di Levico e Caldonazzo, lo stop alla costruzione della strada a pedaggio della Valsugana da parte del Veneto e la limitazione del traffico pesante in Valsugana.