La scuola protesta al Festival di Venezia
Alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia il 4 settembre andrà in scena la protesta del mondo della scuola contro la «Buona Scuola» del governo Renzi. Sarà un corteo «acquatico» e si svolgerà due giorni dopo l’inaugurazione della kermesse del Lido, in programma dal 2 al 12 settembre.
Dopo un corteo fra i canali circa 200 persone «invaderanno» il red carpet del più antico festival cinematografico. Lo annunciano i segretari dei sindacati veneti della scuola Salvatore Mazza (Flc Cgil), Concettina Cupani (Cisl Scuola), Giuseppe Morgante (Uil Scuola), Elisabetta Capotosto (Snals Confsal) e Livio D’Agostino (Fgu-Gilda Unanms).
Corteo acquatico contro la “Buona Scuola”
«Abbiamo organizzato una giornata di mobilitazione unitaria a sostegno delle lotte contro i recenti provvedimenti governativi sulla scuola pubblica statale – spiegano i rappresentanti degli insegnanti – con un corteo “acquatico” che si svilupperà lungo la laguna che porta da Fusina, al Lido di Venezia, passando per la Giudecca.
È previsto anche un breve “sit in” davanti alla sede d’ingresso della Mostra, dalle ore 16.30 alle ore 18.00, con una capillare distribuzione di volantini e una mini serie di iniziative che ricorderanno la nostra contrarietà alla “Buona Scuola di Renzi”».
Il percorso: il corteo partirà dal terminal di Fusina alle 15 con due barche in grado di trasportare 100 persone ciascuna. Le imbarcazioni passeranno per il canale della Giudecca e, fra slogan e striscioni, raggiungeranno il Lido di Venezia attorno alle 16.30. Gli insegnanti metteranno in scena un sit in davanti all’ingresso della Mostra, per ripartire alle 18.30 verso la terraferma.
I motivi della protesta del 4 settembre
Secondo le sigle sindacali la legge va fermata perché «i 100.000 precari da assumere sono in realtà docenti stabilizzati su posti che ogni anno erano liberi per le supplenze» e «solo dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea, che aveva condannato l’Italia per l’abuso della pratica di reiterazione dei contratti a tempo determinato per più di tre anni, i 100.000 precari da assumere stanno esercitando un diritto negato per anni dallo Stato Italiano».
Sotto accusa anche «l’iniquo e macchinoso sistema previsto per la stabilizzazione» che sarebbe «fonte di confusione, di prevedibili contenziosi, di trasferimenti imposti sotto ricatto. A farne le spese saranno, oltre che gli interessati, anche gli studenti e le famiglie».
Sul fronte del personale non docente, affermano i sindacati della scuola, «la legge 107 (ed è gravissimo) conferma quanto previsto dalla legge di stabilità che prevede la non sostituzione fino a sette giorni dei collaboratori scolastici e la non sostituzione sine die del personale amministrativo. Questo fatto, unito al blocco delle immissioni in ruolo per il personale ATA porterà il caos nella gestione delle scuole e, soprattutto nella scuola dell’infanzia e in quella primaria, metterà a rischio la tutela dei minori e in molti plessi l’apertura stessa della scuola».