Bristot: tra arte e impresa, il mondo in un caffè
di Domenico Lanzilotta
Dal caffè all’arte: si chiama TALES-ON il progetto sposato da Bristot, storico marchio bellunese di caffè. TALES-ON nasce dal desiderio di creare una piattaforma multilaterale non-profit di ricerche culturali su differenti territori dell’emisfero sud del mondo e sulle loro rispettive esperienze artistiche e antropologiche. Dopo la mostra allestita a Madrid negli spazi di Casa de América, About the Error / Sobre el Error viaggia dall’altra parte dell’oceano fino ad arrivare in Colombia a Barranquilla: una installazione di arte pubblica e diverse performance saranno il fulcro di questo secondo appuntamento in occasione del IX Carneval Internacional de las Artes dal 29 gennaio al 1° febbraio 2015 di cui TALES-ON e Bristot sono partner ufficiali.
La scelta dell’azienda bellunese di sostenere un progetto culturale ambizioso e di ampio orizzonte spinge senz’altro a riconsiderare l’immagine di un marchio che, pur essendo profondamente radicato nel territorio, è parte di un gruppo internazionale e distribuisce i propri prodotti in tutto il mondo.
Gerhard Laner, ad di Bristot e del Gruppo Procaffè, racconta a Venetoeconomia il senso di questa avventura nel mondo dell’arte e riflette su cosa è cambiato nella storica azienda bellunese dopo l’acquisizione da parte di Wedl GmBh, importante gruppo internazionale che opera nel settore alimentare.
Dottor Laner, quanto di italiano è rimasto in Bristot e nei marchi acquisiti da Wedl GmBh?
Il 100%. La Procaffè Spa lavora in autonomia sia nel mercato italiano che in quello internazionale. L’espresso italiano viene prodotto in sede a Belluno nel pieno rispetto della tradizione e qualità del marchio per poi essere venduto in Italia e sui mercati internazionali.
I nostri soci sono molto contenti dei risultati e del lavoro fatto e ci danno la fiducia per lo sviluppo proprio perché molto attenti al rispetto della qualità dei brand. Tra l’altro, per tradizione, il caffè di tipo viennese è sempre stato torrefatto e venduto in Austria da realtà più piccole.
La sua esperienza professionale è una interessante fusione tra Italia e Austria: l’esperienza in Ferrero prima e quella in Procaffè ora. Crede che il Veneto, come regione di confine, possa diventare un hub per questo tipo di collaborazioni?
Storicamente questa zona ha sempre giocato un ruolo forte nel collegamento con il nord Europa (Germania/Austria). Credo che ci siano molte similitudini tra il Veneto ed il sud della Germania che, con il Nord Italia e l’Austria, sviluppa uno dei perimetri industriali ed economici più forti d’Europa. Credo che il Veneto non sia un hub, ma una parte forte di questo “cuore”.
Come state affrontando le sfide del mercato globale? Quali sono i vostri mercati di riferimento?
Lavoriamo al livello globale. Siamo un’azienda votata all’export ed all’internazionalizzazione da più di 40 anni con livelli di crescita costanti.
Un progetto artistico per portare nel mondo un marchio di caffè: una sfida non semplice e sicuramente in controtendenza in questo periodo di crisi. Cosa l’ha convinta del progetto TALES ON e che ripercussioni si aspetta sul marchio Bristot?
Proprio perché il mondo è sempre più competitivo ed i messaggi sempre più sofisticati abbiamo voluto investire in un progetto diverso. Tales-on è una piattaforma molto interessante ed innovativa che chiede il supporto che abbiamo voluto dare e grande passione, capendo bene che necessita di una maturazione nel tempo per creare qualcosa di duraturo, serio e consapevole.
Bristot ha dedicato a TALES ON anche una speciale edizione di caffè Colombia Superiore. È solo un divertissement per l’azienda o è l’inizio di un legame duraturo tra la ricerca artistica e quella commerciale?
Il progetto Tales-on lavora con paesi nei quali anche Bristot ha un forte legame e da questa sinergia nascono strumenti utili all’azienda ed al mercato come pure attività culturali utili alle popolazioni locali. Questo esordio ha già nella sua progettualità l’idea di un legame duraturo, che va alimentato e sviluppato con grande attenzione.
Non ultimo, ci tengo a dire che tra le finalità cui Bristot vuole dare a questo progetto c’è quella della condivisione, aprendolo in prospettiva ad altre realtà del mondo economico privato e singoli aderenti attraverso l’Associazione Culturale che abbiamo specificamente fondato affinché l’intera piattaforma goda di una sua unicità strutturale.
Marco Milan, curatore di TALES ON, racconta a Venetoeconomia il senso di questa avventura artistica.
Marco Milan, TALES ON non è il suo primo progetto ad unire azienda e arte. Come è nata e come si è evoluta questa sua specializzazione?
Ho sempre prestato grande attenzione a come si potesse far convivere da un lato un modo serio e coerente di produrre cultura contemporanea con dall’altro i desideri e le aspettative delle aziende di sentirsi parte attiva della società per quanto riguarda la comunicazione come pure la pura filantropia. Il mio approccio è quello di cercare di superare il semplice posizionamento di un logo a fronte di un contributo per lavorare anche sull’evoluzione della cultura aziendale attraverso i progetti che patrocina. Si tratta, dunque di un processo che coinvolge sia i rapporti esterni come pure quelli interni riflettendo a fondo sulla grammatica di ciò che si va a fare. Se si vuole creare una nuova consapevolezza sociale credo sia necessario poter rendere disponibili alle aziende delle nuove risorse concettuali che le aiutino ad aprirsi ad orizzonti più ampi sia nei rapporti che nelle azioni. La cultura ed il confronto con gli artisti è in questo senso un ottimo strumento.
Lei vive tra il Veneto e l’Austria: quali sono gli aspetti positivi di questo nomadismo in termini di crescita professionale?
Gli aspetti positivi sono molteplici. Venezia è stata per me un’eccellente banco di crescita ed è sicuramente un polo internazionale fondamentale per l’arte contemporanea. Dall’altro lato a Vienna ho potuto maturare un approccio fatto di grande solidità e serietà istituzionale depurato da tutti gli inutili estetismi, in cui il merito ha un ruolo essenziale. Questi due aspetti ben combinati e dosati credo siano una risorsa essenziale per la mia maturazione professionale e lo svolgimento della mia attività con lo studio FewGuys.org che ho fondato assieme a Nora Zanella.
TALES ON parte con una riflessione sull’errore e si concentra sul sud del mondo. Immaginiamo che la Colombia sia solo l’inizio…
Certamente, la Colombia con l’Errore è l’inizio di un percorso di produzioni inedite in cui andremo a sollecitare artisti, scrittori e pensatori attorno a dei vocaboli che a loro volta rappresentano degli elementi cardine del pensiero contemporaneo. Voglio sottolineare proprio l’aspetto di realizzazione di contenuti inediti perché credo sia essenziale rivestire un ruolo attivo nell’arte contemporanea, superando la facile tentazione del cliché celebrativo pre-confezionato.
Il nostro è un approccio di ricerca e scoperta su più livelli con un forte orientamento all’attività pubblica sia in Europa che nei territori trattati, senza ovviamente dimenticare il web attraverso il nostro sito http://www.tales-on.com.
Bristot è l’ispiratore del progetto TALES ON ma tra i partner figura anche Favini, tra i più importanti produttori di carta del vicentino. Cosa crede che abbia spinto queste aziende a credere in questa piattaforma creativa?
Prima di tutto è importante sottolineare che Tales-on è nel suo Dna un progetto aperto a collaborazioni ed adesioni. Credo che tra gli elementi fondamentali che hanno spinto i nostri partner a partecipare ci siano stati l’originalità e la qualità di ogni singolo elemento. Tales-on nasce come una piattaforma di ricerca, ma anche come luogo di produzione culturale ed in questo suo distinguersi credo possa rappresentare un elemento di originalità ed attenzione per molti soggetti. Come dicevo precedentemente, a noi interessa il percorso che stiamo sviluppando ed in questo senso ogni partner si sente partecipe di uno o più momenti con il naturale coinvolgimento che nasce dalla scoperta delle affinità e dalle possibilità di crescita.
Concludendo, ci tengo a ricordare che oltre a Favini ci sono anche partner internazionali di primaria importanza come, per citare i più rilevanti, l’editore spagnolo La Fabrica, Casa de América di Madrid ed il Banco del la Republica in Colombia.