Vicenza, assistenti sociali alle prese con la crisi

Sono circa 500 gli assistenti sociali vicentini convocati all’assemblea provinciale alle 9.30 di venerdì 19 dicembre 2014, presso la sala conferenze dei Missionari Saveriani di corso Trento 119. Per la quarta volta quest’anno, infatti, dopo Padova, Belluno e Treviso, il Consiglio regionale dell’Ordine degli Assistenti sociali del Veneto ha scelto di portare sul territorio il confronto tra i colleghi sulle emergenze di questa delicata fase e sul futuro della professione.

Gli assistenti sociali vicentini svolgono la loro attività prevalentemente presso i servizi sociali territoriali di base (180 Comuni) e nei servizi sociosanitari delle sei (su 22 in Veneto) aziende sanitarie della provincia: la ULSS 3 Bassano del Grappa che (29 Comuni in un unico Distretto), la ULSS 4 Alto Vicentino (32 Comuni in un unico Distretto), laULSS 5 Ovest Vicentino (22 Comuni in un unico Distretto), la ULSS 6 Vicenza (39 Comuni suddivisi in quattro Distretti), la ULSS 7 Pieve di Soligo (28 Comuni, in due Distretti) e la ULSS 8 Asolo (30 Comuni suddivisi in due Distretti). Un territorio composito e con una gestione e organizzazione dei servizi ancora non omogenea: in materia di tutela e protezione minori, per esempio, le funzioni amministrative rimangono in alcuni territori in capo ai singoli Comuni, in altri sono delegate ad alcune ULSS (tra queste le ULSS 4 e 5), fino all’esperienza del Comune di Vicenza, dove è attiva la funzione in forma associata Comune/ULSS grazie a un accordo di programma che disciplina l’azione di una equipe multidisciplinare.

Tra i temi oggetti del confronto non potrà mancare la crisi economica, che se da un lato continua ad allargare l’area di vulnerabilità, dall’altro, per effetto della riduzione dei budget pubblici, ha provocato una riduzione della capacità di risposta delle amministrazioni. È il caso, per fare solo un esempio, della ULSS 4 Alto Vicentino – Servizio Minori di Thiene: «Negli anni più recenti – spiegano gli assistenti sociali – stiamo assistendo a una situazione sociale di disagio diffuso caratterizzato dalla persistenza delle situazioni di “povertà”, in cui le persone che entrano nei percorsi assistenziali faticano ad uscirne, con il rischio reale di una cronicizzazione della vulnerabilità. Di fronte alla scarsa tenuta dei legami personali e familiari e delle reti sociali, all’indebolimento della sostenibilità economica delle famiglie con un aumento delle richieste di aiuto economico, di fronte all’impoverimento delle risorse disponibili e all’incremento di situazioni di vulnerabilità sociale, gli interventi sono sempre più orientati e limitati alla riparazione e alla cura in risposta a bisogni contingenti, senza riuscire a destinare le poche risorse disponibili a politiche un po’ coraggiose e più strutturali e lungimiranti».

Tuttavia anche nell’area dell’Alto Vicentino (che conta 73 assistenti sociali attivi tra quelli impiegati in comuni, ULSS, case di riposo, Rsa e privato sociale) così come in altre aree della provincia e del Veneto, la risposta a una situazione difficile sta individuando strade nuove. «Gli assistenti sociali del territorio dell’Alto Vicentino dal 2011 a oggi stanno promuovendo dal loro interno un’esperienza di formazione che ha coinvolto tutti i servizi, ha consolidato la comunicazione interistituzionale, ha avviato percorsi di costruzione di pratiche di collaborazione tra servizi. Fare rete si è rivelato un buon approccio per rendere più facilmente accessibile il mondo dei servizi alle persone in difficoltà».

L’assemblea vicentina, che sarà seguita da una seduta del Consiglio regionale dell’Ordine aperto agli assistenti sociali che fossero interessati, sarà anche un’occasione di formazione professionale intorno ad alcune importanti novità intervenute per la professione nel corso dell’anno.

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