Una rete d'impresa per il turismo veneto
Secondo l’Osservatorio Intesa Sanpaolo sulle reti d’impresa, al 1° novembre 2014 risultano registrati in Camera di Commercio 1.772 contratti di rete che coinvolgono 8.954 imprese; in Veneto le imprese che hanno dato vita a una rete sono 705, di cui solo 11 sono attive nel turismo. Eppure, in questo settore, l’aggregazione tra imprese è una pratica ben conosciuta (basti pensare ai numerosi consorzi esistenti), anche se spesso complessa da gestire e con alterni risultati.
Del resto, tra rete contratto, rete soggetto, con o senza fondo patrimoniale comune, non è semplice scegliere la tipologia di rete più adatta alle proprie esigenze e poi farla funzionare. Ma gli esempi virtuosi cominciano ad esserci: è il caso di Slow Experience, 25 imprese della filiera turistica veneziana per 480 posti letto in totale, che hanno costituito due progetti di rete. Se ne è parlato a Villa Trissino di Vicenza, sede di Adacta Studio Associato, nell’ambito del workshop sulle reti d’impresa nel turismo organizzato insieme a Starting4.
«Oggi stare sul mercato turistico senza fare rete è molto difficile» ha detto l’avvocato Luca De Muri di Studio Adacta in apertura dell’incontro, spiegando tecnicamente le condizioni per creare una rete che funziona, come va costruita, quale tipologia di rete scegliere. «Fare rete significa infatti incrementare la capacità innovativa e la competitività delle imprese sul mercato».
«Uno dei componenti della strategia turistica è la necessità di rispondere alle esigenze del turista con un’offerta articolata e completa» ha raccontato nel suo intervento Claudio De Monte Nuto, Presidente del Consorzio Starting 4. «Per questo le imprese devono organizzarsi meglio, imparando a definire il proprio obiettivo di business e ad individuare e programmare le azioni necessarie per raggiungerlo. Da questo punto di vista le reti d’impresa offrono opportunità interessanti, sia sotto il profilo legale che finanziario e di management, per facilitare il business».
Ne è una dimostrazione l’esperienza di Laguna Nord Slow Venice e Brenta-Adige Slow Venice, le due neonate reti d’impresa finanziate dalla CCIAA di Venezia con un contributo complessivo di € 42.000. «Venticinque aziende della filiera turistica veneziana per 480 posti letto in totale – racconta Roberta Manzi di Limosa Coop – dai più importanti campeggi internazionali del litorale fino alle piccole realtà dell’entro terra, hanno deciso di puntare concretamente su di una logica di sistema, con l’obiettivo di aumentare l’occupazione del 10% in 3 anni e generare un fatturato complessivo di € 1.176.000» .
Tra gli operatori turistici ed i rappresentanti di associazioni di categoria intervenuti all’incontro, c’è chi ha vinto 4 ore di consulenza gratuita, chi ha tentato di infilare trenta cannucce tutte insieme nel collo di una bottiglietta, chi ha aperto una bella scatola rivelatasi poi vuota, come si rivelano vuoti i progetti di rete, se alla base non hanno obiettivi condivisi e un programma dettagliato. Se si riesce a creare fiducia tra i partner e collaborare concretamente, invece, i contratti di rete possono essere un importante strumento per una visione innovativa della funzione turistica, soprattutto se coniugata alle leve di sviluppo degli altri settori economici.