Apre a Padova la banca d'affari che guarda alle Pmi
Anche le PMI potranno accedere a capitali in forma di azionariato invece che di prestiti. Refactor Merchant Bank (www.refactormerchantbank.com), storico istituto finanziario fondato a Roma nel 1984, guarda infatti a nuovi settori di business, e dopo aver scelto Padova come nuova sede in cui celebrare i trent’anni di attività, ha deciso di riformulare il proprio target. Si rivolgerà quindi non tanto alle imprese che tradizionalmente accedono alle merchant bank (in pratica le imprese grandi e medio-grandi, ovvero con fatturati compresi fra i 50 e i 100 milioni di euro), ma si concentrerà sulle piccole e medie imprese, vale a dire sulle realtà i cui fatturati sono compresi fra i 5 e i 20 milioni di euro.
A questa scelta l’Istituto è giunto dopo aver constatato il graduale abbandono delle PMI da parte delle banche a seguito dell’accordo internazionale Basilea 2, nonostante una fortissima presenza in Italia di imprese con fatturati non superiori ai 10 milioni di euro che costituiscono la spina dorsale dell’economia del Paese. Basti pensare che nel 2010 il peso delle PMI nel PIL è stato pari in Italia al 71% (dato Eurostat, EU Commission Observatory on SMEs – SBA factsheet, data 2010/2011).
Padova come sede dell’Istituto è quindi frutto della consapevole altissima concentrazione di PMI presente nel Nordest d’Italia, di cui Padova è capitale riconosciuta.
Refactor Merchant Bank S.p.a., già Refactor Srl, è nata a Roma in seno al Gruppo Industriale Automobilistico Renault tramite la R.C.I. Banque S.A., per l’acquisto e la successiva gestione dei crediti problematici delle società collegate.
È poi diventata una delle più importanti società del settore recupero crediti non performing dedicata soprattutto alle società del Gruppo Renault.
È stata poi ceduta ad una nuova proprietà e nel 2012 lo Statuto sociale è stato integrato trasformando la Società da Società a responsabilità limitata a Società per azioni, modificando la ragione sociale in Refactor Merchant Bank S.p.a., e promuovendo un aumento di capitale sino all’importo di 5 milioni di euro successivamente portato agli attuali 12 milioni di euro.