Commercio, nuovo calo in Veneto: -0,6%

Nuovo calo del commercio al dettaglio in Veneto. Nel quarto trimestre 2013, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura condotta su un campione di 1.178 imprese con almeno 3 addetti, le vendite al dettaglio hanno registrato una flessione del -0,6% (+1,1% nel trimestre precedente) rispetto allo stesso periodo del 2012.

Non funziona nemmeno l'”effetto Natale”

Nell’ultimo scorcio del 2013 le vendite sono tornate a calare, alimentari compresi. Le famiglie venete hanno acquistato meno, risparmiando anche sul cibo, e a dicembre non è scattato neanche l’effetto Natale: negli esercizi specializzati le vendite di prodotti alimentari sono diminuite dell’1,8% rispetto allo stesso trimestre 2012. La contrazione della spesa alimentare rappresenta un segnale estremamente indicativo delle condizioni di difficoltà vissute dalle famiglie, in quanto è l’ultima ad essere intaccata in una situazione di crisi. Pesa sulle famiglie una pressione fiscale pari al 44,3% nel 2013, in realtà ben al di sotto del livello realmente percepito: per i contribuenti onesti la pressione fiscale “effettiva” ha raggiunto nel 2013 il 53,3%.

Zilio: subito tagli agli sprechi pubblici per liberare risorse

«Una soglia insostenibile – commenta Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto -. La causa va ricercata nell’incapacità del sistema pubblico di tagliare la spesa in alcune aree del Paese e a livello centrale, senza prendere a modello la virtuosità di aree più risparmiatrici come Veneto e Lombardia. Questa incapacità impedisce non solo la riduzione delle tasse, ma blocca crescita e sviluppo economico colpendo esclusivamente gli enti locali, senza intaccare invece le amministrazioni centrali. I nostri sforzi devono essere indirizzati ad un contenimento dei conti pubblici basato su costi standard e ottimali. Continua inoltre a preoccupare la tenuta del sistema commerciale in Veneto. Tra gennaio e dicembre 2013 le chiusure di esercizi hanno interessato quasi 3.900 negozi, oltre 10 al giorno considerando sabati, domeniche e altri festivi, con un saldo tra nuove aperture e chiusure negativo per quasi 1.400 unità. È fondamentale che le prime misure del nuovo Governo siano rivolte al rilancio del potere d’acquisto delle famiglie a reddito fisso ed all’avvio di un serio piano per la ripresa occupazionale».

L’unica crescita riguarda supermercati e gdo: +1,1%

La dinamica negativa dei consumi è ascrivibile alle categorie del commercio al dettaglio specializzato sia nella vendita non alimentare (-2,5%) che alimentare (-1,8%). L’unica variazione positiva, in linea con lo scorso trimestre, è stata registrata nei supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+1,1%). Sotto il profilo dimensionale, le medie e grandi superfici di vendita hanno continuato a mostrare una variazione positiva (+0,7% contro il +2,6% del trimestre precedente), mentre gli esercizi di piccola dimensione una flessione del -3,3% contro il -2,9% precedente.

Prezzi sostanzialmente stabili o in lieve crescita

Lieve la crescita dei prezzi di vendita (+0,5%) con variazioni più marcate per supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+0,8%), mentre il commercio al dettaglio alimentare e non alimentare hanno registrato una sostanziale stabilità (+0,1%). Sotto il profilo dimensionale +0,6% per le medie e grandi aree commerciali. Gli ordinativi hanno evidenziato una situazione di decrescita con una variazione pari a -1,3% (-0,2% nel trimestre precedente) su base annua. Dinamica positiva per supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+0,6%), mentre la flessione maggiore è stata registrata nel commercio al dettaglio non alimentare (-3,1%). Migliore, seppur negativo, l’andamento del commercio alimentare (-1,9%). Sotto il profilo dimensionale, segnale di stabilità (-0,2%) per le medie e grandi superfici, mentre l’indicatore è risultato particolarmente negativo (-3,3%) per le aree commerciali di piccola dimensione. L’occupazione, in crescita nello scorso trimestre (+1,4%), ha subìto un’inversione di tendenza annullando l’incremento precedente (-1,4%), ascrivibile all’andamento registrato dalle imprese del commercio al dettaglio non alimentare (-3,2%). Negativo anche il commercio al dettaglio alimentare (-0,9%), mentre è risultata stabile la dinamica occupazionale nei supermercati, ipermercati e grandi magazzini.

Negativo il clima di fiducia per il prossimo trimestre

Torna negativo il clima di fiducia degli imprenditori per i prossimi tre mesi. Il saldo tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione del volume d’affari e degli ordinativi è rispettivamente -42,5 punti percentuali e -37,9 p.p. (contro il -22,1 p.p. e -23,5 p.p. del trimestre precedente). In lieve crescita le previsioni sui livelli occupazionali che toccano il -11,8 p.p. contro il -12,7 p.p. del trimestre precedente, come per i prezzi di vendita attesi in ribasso (-1,5 p.p. contro il +5,1 p.p. del trimestre precedente).

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