Ricchi di competenze, frenati dalla politica
È sempre la tradizione il punto di forza dell’economia italiana, assieme alla versatilità e alle competenze. Questa, almeno, l’opinione dei “market makers”, agenti economici e figure professionali che rivestano ruoli rilevanti nell’economia italiana, intervistati nel corso di un’indagine promossa da Ca’ Foscari e condotta dagli studenti del Collegio Internazionale Ca’ Foscari con Agar Brugiavini, Danillo Cavapozzi e Yuri Pettinicchi.
Competenti e versatili, ma troppo poco innovativi
Quali sono i punti di forza dell’economia italiana? Oltre al valore della tradizione, è sicuramente una forte base di competenze unita alla proverbiale versatilità italiana. Resta indietro l’innovazione, mentre la competitività resta fanalino di coda. Di seguito, i valori dell’economia italiana secondo i market makers.
- Tradizione (70%)
- Versatilità (62%)
- Competenze (59%)
- Innovazione (31%)
- Competitività (4%)
Burocrazia, tasse e incertezza politica: ecco le emergenze
Non solo punti di forza. I market makers hanno le idee chiare anche sulle debolezze e sugli ostacoli che frenano o impediscono all’Italia l’uscita dalla crisi. L’elenco non è nuovo: burocrazia, tasse, rigidità delle norme che regolano il mercato del lavoro, incertezza politica dominano le angosce degli addetti ai lavori. Ecco tutti gli ostacoli individuati.
- Troppa burocrazia (91%)
- Troppe tasse (84%)
- Rigidità del mercato del lavoro (65%)
- Incertezza sugli scenari economici e politici futuri (57%)
- Mancanza di infrastrutture (55%)
- Scarse competenze professionali (11%)
Carraro: offrire innovazione alle imprese
«Dallo studio condotto sui market makers – sottolinea Carlo Carraro, rettore dell’Università Ca’ Foscari Venezia – emerge una necessità e una domanda di innovazione da parte degli imprenditori che le università possono contribuire a soddisfare attraverso le loro attività di ricerca; per questo Ca’ Foscari sviluppa una parte importante della propria offerta didattica e formativa in sinergia con il mondo imprenditoriale attraverso la formula degli incubatori, degli spin off, di percorsi di contaminazione culturale e di ricerca».
Brugiavini: Italia, terra di grande capitale umano
«Dai nostri intervistati – spiega Agar Brugiavini, direttrice del Collegio Internazionale Ca’ Foscari e docente di Economia dell’ateneo – emerge con grande chiarezza il ruolo chiave svolto da competenze, versatilità e tradizione nel trainare l’economia italiana. Questo risultato può essere spiegato attraverso la consapevolezza del valore del capitale umano all’interno delle imprese e delle capacità dei lavoratori in Italia, mentre si evince da altre risposte che il giudizio negativo del nostro campione sulla competitività del Paese è in parte riconducibile ad una scarsa fiducia nelle politiche economiche messe in atto».
Sattin: è tempo di fare sistema
«In un momento di indubbia difficoltà – evidenzia Fabio Sattin, Presidente di Why not Italy? e del fondo Private Equity Partners – è importante non perdere di vista quelli che sono il patrimonio industriale-economico e le risorse del Nostro Paese che possiede asset strategici che il mondo ci invidia. In questo senso, poter fare sistema come Paese e far convergere gli investimenti internazionali sull’Italia diventa prioritario».