Crisi dell'edilizia, la Regione pensa a un altro piano casa

Rilanciare il settore edilizio gravemente colpito dalla crisi economica, che investe non solo l’Italia ma l’intera Europa: è quanto si propone il disegno di legge predisposto dalla giunta regionale, in collaborazione con gli uffici regionali della Direzione Urbanistica e Paesaggio, per dare risposte alle numerose istanze provenienti dalla società civile, dalle amministrazioni comunali, dalle imprese operanti nel settore, dai progettisti.

«Un disegno di legge – sottolinea il vicepresidente e assessore al territorio Marino Zorzato, relatore del provvedimento – che, una volta approvato dal Consiglio regionale, diverrà di fatto il nuovo Piano Casa del Veneto».Lo stesso Zorzato fa rilevare che i risultati ottenuti finora, grazie all’entrata in vigore delle norme regionale (LR 14/2009 e LR 13/2011), confermano che il Piano Casa del Veneto ha rappresentato, per tutti i soggetti interessati, una ‘boccata di ossigeno’ in un contesto di crisi altrimenti generalizzata. «In vista dell’oramai imminente scadenza del Piano Casa, prevista per il prossimo 30 novembre, la giunta regionale – spiega – intende riproporre e rafforzare ulteriormente i positivi esiti di questa esperienza, senza intaccare le zone agricole, che meritano una speciale attenzione in materia di tutela dal consumo del territorio».

In particolare, il disegno di legge (“Provvedimenti per il sostegno al settore edilizio e per la riqualificazione delle aree degradate del Veneto. Piano di sviluppo edilizio”) contiene una serie di misure finalizzate a fronteggiare il perdurare della crisi economica che si ripercuote in maniera particolare sull’edilizia e sul mercato immobiliare. Tra le principali novità previste, il nuovo piano casa non avrà scadenza e sarà esteso anche agli edifici realizzati fino all’entrata in vigore della nuova legge. Sono previsti ulteriori incentivi, a seconda della destinazione d’uso dell’immobile, in termini di aumenti della cubatura o della superficie coperta.

Misure specifiche sono indicate per consentire la definitiva messa in sicurezza degli edifici esistenti in zona soggetta a rischio idraulico e geologico. Inoltre, viene introdotto il concetto di ‘volume minimo garantito’ che assicura, per gli edifici residenziali esistenti di limitate dimensioni, di poterli ampliare almeno di 150 mc. Qualora l’intervento riguardi la prima casa di abitazione non si dovrà versare alcun contributo di costruzione al Comune. Per gli edifici a schiera, viene consentito di applicare i benefici del Piano Casa per ogni singola unità abitativa.

L’ulteriore incremento del bonus del 10%, derivante dall’installazione di fonti di energia rinnovabile, verrà concesso per l’utilizzo di una qualsiasi di queste fonti di energia rinnovabile. Gli interventi di demolizione e ricostruzione, con gli ampliamenti previsti dal Piano Casa, vengono semplificati nelle procedure con ulteriori aumenti di cubatura. Sono previste misure specifiche per migliorare l’accessibilità agli edifici esistenti, semplificando l’iter per l’installazione di ascensori esterni. Vi sono poi una serie di misure per la riqualificazione delle aree degradate, con l’utilizzo del permesso di costruire in deroga e specifici incentivi che dovrebbero consentire il recupero di ambiti urbani caratterizzati da degrado urbanistico, edilizio ma anche sociale ed economico con specifiche misure premiali. Sono infine previste disposizioni relative alla localizzazione delle medie e grandi strutture di vendita.

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