Il turismo veneto e la crisi: il mare piatto, la montagna crolla

Una stagione tra molte ombre e qualche timido spiraglio di luce. È stata questa l’estate 2012 del turismo veneto. La regione del mare, dei monti, dei laghi e dell’arte ha comunque in qualche modo da festeggiare, dal momento che dimostra una tenuta in controtendenza con altre parti d’Italia. I dati certificati rilevati dalla Direzione Sistema Statistica Regionale relativi ai primi otto mesi dell’anno corrente segnano infatti un dato positivo negli arrivi (13.464.339, +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2011), anche se è diminuito il numero dei pernottamenti (56.324.482, -1,8%).
Se i numeri sono tutto sommato discreti, occorrerà tuttavia vedere come il movimento turistico ha effettivamente inciso sull’economia locale, dove ha lasciato certamente meno reddito che negli anni passati. «Anche sulla nostra economia turistica, tradizionalmente competitiva – ha rilevato l’assessore regionale al turismo Marino Finozzi – si è fatta pesantemente sentire la scure della crisi italiana e delle minori risorse spendibili dalla clientela nazionale. I turisti italiani sono infatti calati in questo arco dell’anno del 3,6% in termini di arrivi e addirittura del 9,5% in termini di presenze. I dati ci dicono che c’è meno gente che può permettersi di andare in vacanza e in ogni caso ne accorcia la durata».
Rimane invece positivo l’andamento dei turisti stranieri: da gennaio a settembre hanno totalizzato 8.701.548 arrivi, pari ad un +2,2%, generando 36.936.361 pernottamenti (+ 2,7%). Gli ospiti che giungono in Veneto dall’estero rappresentano, ormai, oltre il 65% del totale, sia per arrivi che per presenze, mentre fino ad un paio di anni fa la quota si attestava sul 60%.
Guardando i dati di dettaglio, si osserva una crisi forte per la montagna (-10,8%) e le terme (-5,3%). Ma è in calo anche il comprensorio balneare, che in numeri assoluti è quello che tradizionalmente conta più pernottamenti e rappresenta oltre il 40% del totale delle presenze, ma cala del 3,5%, scontando l’accorciamento del periodo dedicato alle ferie.

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