Distretti industriali veneti: la crisi, il declino, un modello da ripensare

Come rispondono alla crisi i distretti industriali veneti? La risposta che arriva dal rapporto “Distretti industriali tra crisi e cambiamento evolutivo: evidenze da tre distretti veneti” – a cura di centro studi Unioncamere del Veneto e dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Padova – non è confortante. Il rapporto illustra le trasformazioni avvenute su tre dei maggiori distretti veneti: il calzaturiero della Riviera del Brenta, l’occhialeria di Belluno e l’orafo di Vicenza. Con tre scenari ben diversi: il declino per l’orafo vicentino; la gerarchizzazione per l’occhialeria di Belluno; la riproduzione evolutiva per il calzaturiero della Riviera del Brenta.

Contrazione su tutti i fronti. Chiudono i piccoli, resistono i grandi
Nel dettaglio, il distretto della Riviera del Brenta è l’unico che ha subito solo una leggera contrazione tra 2002 e 2011 (-5,2%) mentre occhialeria e oreficeria soffrono un pesante ridimensionamento, perdendo quasi la metà delle imprese in attività (-47,3% e -42,4%). Se però nel distretto orafo si è ridotto di molto anche il numero di addetti, nel distretto dell’occhiale la riduzione è stata meno accentuata: le grandi aziende del territorio hanno assorbito, almeno in parte, il capitale umano fuoriuscito dalle aziende distrettuali non più in grado di stare sul mercato.

Fatturati in crescita (nonostante tutto) per calzature e occhiali, crolla l’oreficeria
Secondo le performance economico-finanziarie delle aziende distrettuali fra 2006-2010, limitatamente alle società di capitali, il fatturato generato dal distretto della calzatura del Brenta tra il 2006 pre-crisi e il 2010 non solo non è diminuito, ma è addirittura aumentato del 9,6%, a conferma della dinamicità del distretto. In particolare, diverse imprese distrettuali sono riuscite ad occupare una posizione difendibile nelle catene globali diventando riferimento di griffes internazionali. Un aumento maggiore ha caratterizzato il distretto dell’occhialeria, pur essendo quello che ha subito la più grave perdita in termini di imprese attive. Nel distretto bellunese, infatti, il fatturato è cresciuto del 18,6%. Il distretto orafo, invece, ha subito un crollo anche del fatturato, minore del 18,4% rispetto al valore del 2006.

«Ripensare il modello-distretto e puntare sul Made in Italy»
«Nonostante la crisi globale e del modello che ha sostenuto per anni lo sviluppo economico della nostra regione – sottolinea Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto –, il Made in Italy è il nostro punto di forza nel mondo: su di esso dobbiamo investire innalzandone la qualità e qualificandone sempre più l’origine, rendendo partecipi i consumatori della sfida della trasparenza in cui sono impegnate le nostre imprese». «Lo studio conferma che siamo di fronte ad una ridefinizione delle realtà territoriali – spiega Daniela Fontana, direttore della Federazione dei distretti italiani –. A tale riguardo confidiamo molto sulla nuova normativa di politica industriale in attesa di essere approvata dal Consiglio Regionale Veneto che adotta una logica selettiva pensando a progetti di un certo respiro capaci di aumentare le chance evolutive dei distretti industriali».

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