Boeri: «Reddito di cittadinanza sbilanciato al Sud, al Veneto solo il 2-3%»

Dopo l’allarme di Confapi Padova, secondo cui l’accesso al reddito di cittadinanza sarebbe concentrato nelle regioni col rapporto Pil/evasione più alto, la misura anti-povertà approvata dal governo pentastellato fa storcere il naso anche al presidente dell’Inps Tito Boeri. Nel corso di un convegno alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista di Venezia sui 120 anni dell’ente previdenziale, intitolato «120 anni di sviluppo tra diritti sociali e performance produttiva», Boeri ha definito il reddito di cittadinanza «fortemente sbilanciato al Sud», calcolando che «non più del 2-3% delle risorse andrà a regioni come il Veneto, che conta circa l’8-9% della popolazione».

«La quota 100 non andrà a beneficio del Nord»

Passando alle pensioni, la musica non cambia. «Bisogna essere trasparenti sul profilo distributivo dei provvedimenti che si intendono adottare – osserva Boeri – Si dice spesso che la quota 100 andrà a beneficio del Nord. In realtà più del 40% delle risorse per questa misura andrà ai pensionati del pubblico impiego». Oltre alla perplessità sulla ripartizione dei contributi, Boeri ha manifestato anche quella sulla loro efficacia. «Non è trasferendo risorse da chi lavora a chi non lavora che si sostiene la crescita, mentre è sicuro che con maggiore crescita aumentano le pensioni – ha detto il numero uno dell’Inps – L’esperienza del Veneto insegna che la crescita si sostiene con più lavoro e più alta produttività».

Alessandro Macciò

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