Melegatti, la prima asta va deserta. Donazzan: appello alle imprese

È andata deserta la prima asta per rilevare la Melegatti di Verona, fallita in maggio e da allora sotto la gestione di un curatore fallimentare. Il termine ultimo per inviare le offerte era il 27 luglio (base d’asta 18 milioni, che comprende anche l’acquisto della società Nuova Marelli, la gara era prevista per il 30), ma nessuno si è fatto avanti. Ora si attende una probabile seconda asta, con una base minore. Ma intanto il tempo stringe: per poter arrivare al Natale 2018 con i pandori sugli scaffali dei supermercati serve una programmazione che, fra produzione e distribuzione, richiede mesi di lavoro.

Da Elena Donazzan, assessore al lavoro della Regione Veneto, arriva un appello alle imprese: «Alla luce dell’esito del primo bando d’acquisto restano due certezze – dice Donazzan –: la prima è che il gruppo Melegatti e i suoi lavoratori rappresentano una eccellenza del territorio veronese e veneto; la seconda certezza è che l’attuale fase, importante e delicata, di individuazione di un soggetto imprenditoriale che abbia la capacità di rilanciare la storica azienda, è tutt’altro che conclusa».

«La Regione Veneto – prosegue l’assessore – continua a seguire la vicenda aziendale di Melegatti e Nuova Marelli, in raccordo con i curatori fallimentari, le organizzazioni sindacali e le istituzioni interessate, e auspica che già nelle prossime settimane si facciano avanti soggetti del territorio che abbiano le potenzialità per rilanciare produzione e marchio e valorizzare storia e professionalità dell’azienda veronese».

Nel frattempo sul tappeto resta il tema dell’occupazione, con i dipendenti in cassa integrazione. «Proprio stamattina – dice Donazzan – ho chiesto direttamente al ministero del Lavoro di poter avere indicazioni sui tempi per l’erogazione della cassa integrazione straordinaria ai dipendenti di Melegatti».

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