Miteni, nella fabbrica degli Pfas personale in agitazione: "Disdetti accordi aziendali, salute a rischio"
Alla Miteni di Trissino, al centro delle cronache per il caso degli Pfas, gli inquinanti rilasciati nelle falde acquifere delle province di Vicenza, Verona e Padova, scatta lo stato d’agitazione sindacale. La Rsu lo ha reso noto il 5 luglio 2017 come risposta «alla disdetta, da parte aziendale, di tutti gli accordi aziendali in essere – si legge in una nota della rappresentanza sindacale unitaria –. Accordi aziendali assunti negli anni attraverso condivise relazioni industriali, che riguardano importanti ed evolute predisposizioni in tema di salvaguardia della salute, sicurezza e ambiente di lavoro, oltre che altre puntuali previdenze di carattere sociale, sindacale e salariale. Respingiamo fermamente questo modus operandi dell’attuale direzione su questioni così complesse e delicate, del tutto in contraddizione con gli indirizzi di condivisione, collaborazione, coesione dalla stessa più volte enunciati».
La Rsu si rivolge alla Regione: «Siamo fiduciosi e che confidiamo negli impegni assunti dalla Regione Veneto durante gli incontri a Venezia del 28 marzo e 26 aprile 2017 avvenuti con gli assessori Gianpaolo Bottacin, Luca Coletto, Elena Donazzan ed il presidente Roberto Ciambetti. Ambito dal quale è scaturita l’istituzione del “Tavolo di Crisi Miteni” (vedasi al riguardo i relativi comunicati stampa che alleghiamo per conoscenza). Registriamo favorevolmente che la Regione abbia riconosciuto le nostre istanze rappresentate in quella sede in tema di monitoraggio sanitario dei dipendenti ex dipendenti Miteni e terzi, proprio in ragione delle altissime concentrazioni di PFAS presenti nel siero di questi lavoratori. Ancor più, in tema di chiarimenti applicativi dei provvedimenti in materia ambientale riguardanti l’azienda, con particolar riferimento alle DGR n.160 del 14.02.2017 e n. 36o del 22.03.2017. Infine riconosciamo l’impegno assunto nella ricognizione in tema di investimenti relativi ad un piano industriale della Miteni. Investimenti rispetto ai quali la Regione si proponeva di richiedere un coinvolgimento diretto alla casa madre Icig che controlla Miteni al fine di avere un suo concreto intervento per fronteggiare l’emergenza PFAS determinatasi nella popolazione e nei territori coinvolti. Oltre che un impegno di responsabilità verso i 130 dipendenti del sito di Trissino, quindi delle attività di innovazione, riqualificazione e risanamento ambientale».