Unicredit, polo di Verona: 239 posti a rischio cessione

I sindacati dei bancari di Verona sono preoccupati per il futuro del polo del gruppo Unicredit nella città scaligera. E in particolare per i dipendenti di Ubis, UniCredit Business Integrated Solutions, società informatica del gruppo Unicredit che il cda della banca avrebbe l’intenzione di esternalizzare con la formula della cessione di ramo d’azienda. «La nuova ipotesi di cessione, oggetto di una valutazione da parte del cda di Unicredit, potrebbe coinvolgere 410 persone di queste 239 da Verona» affermano allarmate le segreterie provinciali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca. Una proeoccupazione che si è fatta protesta oggi 4 luglio durante la riunione della Conferenza dei capigruppo del Comune di Verona.

Sono 640 gli addetti di Ubis nel polo di Verona, mentre globalmente la società conta circa 10mila dipendenti di cui 4.300 in Italia. Contro l’ipotesi di cessione di ramo d’azienda si è espressa il 20 giugno 2016 l’assemblea dei lavoratori del Polo Ubis. «Come organizzazioni sindacali ribadiamo con fermezza la nostra assoluta contrarietà a qualunque ipotesi di cessione o esternalizzazione di attività – affermano con voce unanime Marco Muratore (Fabi), Rosaria Di Martino (First Cisl), Maurizio Framba (Fisac Cgil) e Luisa Quarenghi (Uilca) – e il nostro forte impegno nell’incisiva azione di contrasto delle stesse, attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti a disposizione dell’azione sindacale e con il coinvolgimento di tutti i soggetti politici, sociali, economici del territorio veronese».

Le ultime esternalizzazioni di personale da parte di Unicredit a Verona hanno riguardato i lavoratori di Uccmb (società di recupero crediti) con la nascita di DoBank e l’uscita dal gruppo di 800 persone di cui 160 a Verona, mentre per quanto riguarda Ubis con la costituzione della nuova società Vts a maggioranza Ibm sono stati ceduti più di 100 dipendenti.

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