Pensioni: sindacati (e Camusso) a Venezia per cambiare la Fornero
“Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani”. È con questo slogan che sabato 2 aprile 2016 i sindacati Cgil Cisl e Uil del Veneto scendono in piazza a Venezia per un corteo regionale che si svolge in contemporanea con i cortei di Roma e Napoli. Nel capoluogo lagunare sarà Susanna Camusso, segretaria generale Cgil, a pronunciare il comizio finale. Secondo i sindacati sono almeno 5mila le persone attese al corteo: 1500 da Vicenza e provincia (in treno e con 10 pullman in partenza), e almeno 1000 da Padova.
L’obiettivo della mobilitazione è cambiare la legge Fornero del 2011, sulla base di una piattaforma unitaria delle tre organizzazioni, presentata al governo due mesi fa: ora i tre sindacati spingono affinché il governo apra un negoziato.
Susanna Camusso in Campo Santa Margherita
La manifestazione regionale a Venezia partirà alle 9 del mattino di sabato 2 aprile 2016. Il concentramento è previsto davanti alla stazione di Veneiza S. Lucia. Da lì partirà il corteo fino a Campo Santa Margherita, dove dal palco si susseguiranno gli interventi dei segretari generali veneti della Cisl Onofrio Rota e della Uil Gerardo Colamarco. A concludere la manifestazione il discorso della segretaria generale della Cgil Susanna Camusso.
Pensioni: piattaforma per cambiare la Fornero
Il ripristino di meccanismi di flessibilità in uscita – più volte ventilata dal governo Renzi a mai realizzata – è il primo obiettivo dei sindacati, a cui però non basta: chiedono di estendere «la platea dei beneficiari e i settori coinvolti nel concetto di “usura”» per poter facilitare prepensionamenti a chi fa i lavori più pesanti.
Poi c’è il tema della rivalutazione degli assegni, bloccata dalla riforma del ministro Elsa Fornero (governo Monti) e parzialmente reintegrata dal governo Renzi, dopo una sentenza della Corte costituzionale: in Veneto il tema interessa 400mila pensionati. Per i sindacati occorre ritornare alla normativa pre-Fornero. Tasse sulla previdenza complementare: qui la proposta è tornare ad abbassare all’11% l’aliquota dell’imposta sostitutiva che è stata innalzata al 20%.
C’è poi l’emergenza giovani, molti sono senza lavoro, altri con lavori precari e discontinui si troveranno in tasca pensioni misere. Se da un lato la flessibilità richiesta dai sindacati potrebbe sbloccare un turn-over oggi ingessato, ci sono altre proposte: «Forme d’integrazione ai trattamenti bassi devono essere riaffermate anche per le pensioni future, calcolate con il metodo contributivo. Occorre ripensare la gestione separata INPS che, a fronte di un progressivo aumento della contribuzione, accorda tutele diverse e minori agli iscritti, rispetto alla generalità dei lavoratori. È anche utile promuovere schemi di solidarietà intergenerazionale, attraverso il ricorso alla contribuzione figurativa».
Proposte anche per il lavoro di cura svolto in famiglia molto spesso da donne, non retribuito e che va a incidere poi sulle pensioni femminili, più basse di quelle degli uomini. «È necessario che venga esteso e potenziato – la proposta di Cgil Cisl e Uil –, presso tutte le gestioni previdenziali, il riconoscimento della contribuzione figurativa per i periodi di congedo parentale e per i periodi in cui le donne e gli uomini si dedicano al lavoro di cura e di assistenza di familiari disabili gravi».
Foto: Cgil nazionale, via Flickr