Assemblea BpVi: parlano i soci, rabbia e appelli al voto
Due minuti a testa, il tempo di sfogare sul microfono la propria rabbia o fare appello alla soluzione “obbligata” del votare Sì. Gli interventi dei soci all’assemblea BpVi sono un fiume in piena. E sono molti quelli che, presi dalla foga, continuano a parlare anche dopo che gli è stato spento il microfono per aver superato il tempo concesso.
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«La fantomatica lettera della Banca centrale europea doveva essere pubblicata per esteso sul sito della banca, perché ne avete messo solo un estratto?» dice Lorenzo Cracco dell’associazione Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza, per il No ai tre punti all’ordine del giorno. «Guarda caso la lettera è arrivata a pochi giorni dall’assemblea, come per la nostra consorella Vento Banca».
Lovisetto: «Cerco di vendere le azioni dal 2014, dove sono i miei soldi?»
Bruna Lovisetto racconta la sua storia, simile a migliaia di altre: «Ho chiesto di vendere mie azioni nel 2014, stavo facendo dei lavori di ristrutturazione a casa e avevo bisogno di soldi. Allo sportello della banca mi hanno detto che li avrei avuti. Poi c’è stata l’assemblea di aprile 2014, è passato un anno e i soldi ancora non li ho visto. Ma gli operai devo ancora pagarli».
Per il Sì invece l’intervento di Gianluca Fantini, commercialista e socio: «Esiste il piano industriale di Iorio, ma non ho visto alternativa: votare No significherebbe commissariare la banca, e anche il valore delle obbligazioni probabilmente sconterebbe un deficit rispetto all’attuale valore. Voterò Sì alla Spa».
Assemblea BpVi, Pinton: «Quante azioni ha ancora Zonin?»
Un No deciso quello di Giampaolo Pinton nel corso del proprio intervento all’assemblea BpVi: «I vertici hanno responsabilità gravissime. Io faccio parte di quel 4% che non ha approvato il bilancio dell’anno scorso, perché sentivo puzza di bruciato, e infatti la Procura di Vicenza ora sta indagando i vecchi vertici per associazione a delinquere. Quante azioni hanno ancora Zonin e le società a lui collegate?».
«Il consiglio di amministrazione non ci metta solo la faccia, ma anche i soldi! – dice Giulio Rocca strappando molti applausi all’assemblea – Questa è una banca veneta, fatta di veneti, ha dato tanto a questa regione ma anche messo in ginocchio famiglie, lavoratori e imprese. Perché non si mette in gioco anche il consiglio?»
Petris: «La febbre non è colpa del termometro. Iorio è il nostro medico»
Viene da Udine Paolo Petris: «Se abbiamo la febbre non diamo la colpa al termometro. Molto meglio rivolgersi a un medico, per una cura da cavallo. Mi sono convinto che Iorio è il medico adatto allo scopo. Ci sarà un periodo di convalescenza ma confido che la cura migliorerà la banca. Voterò a favore perché non vedo alternative ragionevoli».
Maria Rancan non trattiene la rabbia e di fronte ai soci presenti all’assemblea BpVi racconta: «Sono una madre di famiglia e rappresento migliaia di madri come me che avevano affidato loro risparmi con fiducia a questa banca. investimento sicuro, nessun rischio, rimborso in tempi brevi al momento del bisogno, mi dicevano. È da due anni che ho avuto bisogno e li sto ancora aspettando. La banca mi è “venuta incontro”: ti apriamo un fido, mi hanno detto. E adesso ho un debito: chi mi darà i soldi? Votiamo no a questo ladrocinio».
Morosin: «Azioni risarcitorie contro i vecchi vertici, subito»
È un vero comizio quello di Alessio Morosin, leader del partito Indipendenza Veneto, per il No: «Il tema è la responsabilità di chi ha amministrato e della politica: responsabilità del cda, del collegio sindacale, di coloro i quali facevano le certificazioni. Iorio e Dolcetta, quali azioni concrete vogliono metterete in atto per le azioni risarcitorie? Il procuratore Cappelleri chieda 50 magistrati in più in corte d’appello, non solo uno. E la banca agisca contro la Banca d’Italia».
Vittorio Gemo, imprenditore e componente dell’associazione Futuro 150, si prende in parti uguali fischi e applausi: «Votando No non abbiamo alcuna alternativa, e continuare a parlare male del nuovo cda di Iorio, che non c’entra niente, non serve. Nessuno di voi dà le soluzioni. Lo dico io che ho 22 mila azioni: il mio problema è recuperare il mio capitale, frutto di 20 anni di lavoro».
Bertelle: «Chi parla di spacchettamento ci prende in giro»
L’avvocato Renato Bertelle, presidente dell’Associazione nazionale azionisti che cura le denunce di molti soci truffati, all’Assemblea BpVi si dichiara per il Sì nonostante tutto, e se la prende con le molte assenze di membri del Cda, che non sono in sala: «Qui non ci sono quelli che l’anno scorso chiedevo di denunciare per falso in bilancio, si vergognano, e dovrebbero ricevere fischi per ore. Ma non chiedete al cda di denunciarli, denunciateli voi, voi siete stati truffati» dice Bertelle. Poi parla del futuro: «Un mio cliente ottantenne ha perso 160 milioni, oggi ne ha 16: devo perdere anche questi? mi ha chiesto – prosegue Bertelle – Io dico di No. I soldi sono soldi, l’etica serve per l’aldilà. Unicredit, se non si fa la trasformazione a Spa, non tirerà fuori 1,5 miliardi per l’aumento di capitale. Lo spacchettamento non si può fare perché vendere le banche vale 400 milioni, e 600 milioni valgono gli immobili. Chi parla di spacchettamento vi ha preso in giro».