Il "muro del Brennero" metterà in crisi il turismo sul Garda?

L’Europa torna indietro di vent’anni. Suscita non poche perplessità la decisione dell’Austria di ripristinare i controlli alla frontiera tramite il cosiddetto “muro del Brennero” che, oltre a bloccare il flusso di migranti, rischia di avere ripercussioni anche per il mercato turistico nazionale. I turisti germanofoni sono infatti una delle presenze principali delle località turistiche italiane, come nel caso del Lago di Garda, capace di registrare nell’ultimo anno 400mila presenze dalla sola Germania.

Ogni anno 10 milioni di auto

I controlli nel Brennero erano stati aboliti nel 1998 a seguito dei trattati di Schengen, ma il dietrofront deciso dall’Austria avrà conseguenze non solo politiche ma anche economiche importanti. «Ogni anno – spiega Michl Ebner, presidente della Camera di commercio di Bolzano – il passo del Brennero è attraversato da circa quaranta milioni di tonnellate di merci e da dieci milioni di automobili. Anche i turisti tedeschi diretti verso il lago di Garda potranno subire significativi ritardi. Questo vale in particolare per lo stretto punto di confine tra Germania e Austria, a pochi chilometri di distanza dal Brennero». L’inasprirsi dei controlli non piace nemmeno ad Unioncamere del Veneto, che si è ribellata all’ipotesi in nome della difesa dell’economia regionale.

Il 54% dei turisti è germanofono

Il “muro del Brennero” porterà a un calo inevitabile dei servizi offerti ai viaggiatori. «Il mercato germanofono rappresenta per noi il 54% del totale. – commenta Marco Benedetti, presidente dell’Apt Alto Garda – Penso che comunque per il turismo bisogni trovare una corsia preferenziale. Far sì che fra le frontiere si individui, come si fa per il Ponte Europa, un passaggio aperto per chi viene a fare le ferie da noi». La zona del Lago di Garda è una delle località turistiche più in crescita del Veneto, e registra una presenza media di 4,1 giorni per visita. «Per la stagione primaverile i numeri sono al momento molto positivi – continua Marco Benedetti – dovuti anche alla crisi in atto nel Mediterraneo». «Una decisione che va contro la storia – è invece il commento di Giulio Bonazzi, presidente della Confindustria Trentino – Nel mondo si sta cercando di togliere le barriere doganali ovunque e noi mettiamo una barriera tra due Paesi dell’Unione europea».

Samuele Marchi

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