Banco popolare, utile a 430 milioni e dividendo
Chiude in positivo il bilancio 2015 del Banco Popolare: il gruppo con sede a Verona chiude l’esercizio con un utile netto pari a 430 milioni di euro. E distribuisce ai soci un dividendo pari a 15 centesimi ad azione. Sono i numeri diffusi oggi 9 febbraio 2016, dopo la seduta del consiglio di amministrazione del Banco Popolare che ha approvato la relazione finanziaria annuale consolidata al 31 dicembre 2015.
Dati positivi che si confrontano con il rosso da 1,4 miliardi di Banca Popolare di Vicenza e con gli 882 milioni di perdite di Veneto Banca, le altre banche popolari venete che hanno presentato i bilanci oggi.
Per Banco Popolare il risultato netto finanziario senza FVO2 è positivo e pari a 441,1 milioni rispetto ai 216,1 milioni del 31 dicembre 2014, con una contribuzione del quarto trimestre pari a 267,8 milioni. Il risultato del quarto trimestre ha beneficiato dell’utile realizzato con la cessione delle quote partecipative detenute nell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (ICBPI) ed Arca Sgr rispettivamente pari a 172,6 e 68,7 milioni. Al risultato di periodo ha contribuito la controllata Banca Aletti per 90,7 milioni mentre la gestione del portafoglio titoli e la tesoreria della Capogruppo hanno realizzato un risultato positivo pari a 109,2 milioni, in linea con quello registrato nell’esercizio precedente.
Patrimonializzazione: CET1 al 13,2%
L’utile netto di 430 milioni ha contribuito al significativo rafforzamento della posizione patrimoniale del gruppo che ha visto il proprio CET1 capital ratio raggiungere il 13,2% al 31 dicembre 2015 (+ 129 p.b.) grazie anche alla riduzione del rischio connesso alle proprie attività.
La solidità patrimoniale è confermata anche assumendo a riferimento le regole che saranno a regime al termine del periodo transitorio (Basilea 3 fully loaded) con un CET1 capital ratio pari al 12,4%, 284 p.b. in più rispetto alla soglia minima del 9,55% stabilita dalla BCE.
L’andamento economico della gestione
Nonostante la forte pressione competitiva sul fronte degli impieghi ed il significativo calo dei tassi di riferimento, divenuti addirittura negativi, la politica di riduzione del costo del funding istituzionale e della raccolta della rete commerciale hanno consentito al gruppo di registrare nell’anno un margine di interesse pari a 1.545,4 milioni, sostanzialmente stabile rispetto ai 1.551,9 milioni dello scorso esercizio (-0,4%). La contribuzione del quarto trimestre, pari a 368,9 milioni, evidenzia un calo del 4,8% rispetto a quella del trimestre precedente, a causa dei medesimi fattori precedentemente indicati (il tasso Euribor è sceso di ulteriori 6 p.b. nel corso del trimestre).
Partecipate
Il risultato delle società partecipate, valutate con il metodo del patrimonio netto, è positivo per 141,5 milioni rispetto ai 90,1 milioni rilevati nell’esercizio precedente, con una contribuzione del quarto trimestre pari a 41,0 milioni. Il contributo positivo del 2015 deriva principalmente dal credito al consumo veicolato dalla quota partecipativa detenuta in Agos Ducato (105,3 milioni rispetto a 39,7 milioni del precedente esercizio). In virtù delle dinamiche descritte, il margine finanziario ammonta a 1.686,9 milioni, in crescita del 2,7% rispetto ai 1.642,0 milioni del 31 dicembre 2014.
Le commissioni nette ammontano a 1.425,4 milioni e sono in crescita del 3,3% rispetto ai 1.379,7 milioni del 2014 grazie alla crescita delle commissioni dei servizi di gestione, intermediazione e consulenza che sono risultate pari a 709,1 milioni, in aumento del 7,7% rispetto ai 658,6 milioni del 2014. Il comparto è stato trainato dall’attività di distribuzione di prodotti di risparmio e, in particolare, dalla crescente domanda di fondi comuni di investimento da parte della clientela. La contribuzione media trimestrale garantita dal flusso commissionale è stata pari nell’esercizio a 356,4 milioni rispetto ai 349,9 milioni del precedente. In crescita anche il contributo fornito dal credito al consumo, dalle garanzie rilasciate, dall’attività di banca depositaria e dagli altri servizi.
Gli altri proventi netti di gestione sono pari a 109,6 milioni. Il calo rispetto ai 138,8 milioni registrati al 31 dicembre 2014 è interamente imputabile alla riduzione dell’ammontare delle “commissioni di istruttoria veloce” addebitate alla clientela.