BpVi, il gruppo "Don Torta" vuole lo scorporo
Banca Popolare di Vicenza: dopo la protesta di ieri con il corteo in piazza, oggi è stata la giornata della proposta per il fronte delle associazioni di soci che vogliono votare “No” all’assemblea di sabato 5 marzo a Gambellara dove ci si esprimerà su trasformazione della banca in Spa, sull’aumento di capitale e sulla quotazione in Borsa. Il cinema Patronato Leone XIII di Vicenza questa mattina era pieno come un uovo: oltre 500 le persone accorse, molte costrette a restare in piedi.
Il contro-piano: scorporo e vendita
Il “contro-piano industriale” presentato da Fabio Lugano vuole essere un’alternativa al piano presentato dal direttore generale Francesco Iorio. In sostanza si propone di scorporare dal Gruppo Banca Popolare di Vicenza tre banche – fra cui Banca Nuova – rendendole autonome dal punto di vista organizzativo e vendendole sul mercato.
Lugano pensa così di ricavare almeno 400 milioni di euro, altri 200 da vendite di partecipazioni – compresa quella di Cattolica assicurazioni considerata invece “strategica” dal piano Iorio – e ulteriori 200 milioni verrebbero da azioni di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori della banca. L’obiettivo è mantenere una “piccola” Popolare di Vicenza entro i confini locali, con patrimonializzazione sotto gli 8 miliardi di euro e dunque non sottoposta all’obbligo di trasformarsi in società per azioni entro il 18 dicembre. Un piano che lo stesso Lugano ammette essere «rischioso».
Sono stati oltre 150 i soci che durante l’incontro hanno sottoscritto deleghe al voto all’assemblea, affidandole a membri delle associazioni del coordinamento “Don Enrico Torta”.
Futuro 150: Sì al piano Iorio ma più sconti per i soci
C’è anche l’associazione Futuro 150 ad organizzarsi in vista dell’assemblea del 5 marzo. L’associazione ha un parere opposto rispetto al cartello riunitosi al Patronato Leone XIII, e a sua volta invita tutti i soci della Banca Popolare di Vicenza interessati a presentarsi a un incontro pubblico il 2 marzo alle 18.00, presso le distillerie Nardini, a Bassano del Grappa.
Futuro 150 comunica di aver raggiunto la rappresentanza del 5% dei soci della banca, pari a 400 iscritti. E annuncia tre Sì per quanto riguarda il voto di sabato: Spa e Borsa sono «l’unica via percorribile». Ma lancia anche una critica al piano di Francesco Iorio e del presidente Stefano Dolcetta.
Futuro 150, per bocca del coordinatore tecnico Andrea Beretta Zanoni, non nasconde il suo «disappunto per l’esiguo incentivo riservato agli attuali soci, sia come fidelizzazione sia come incentivo all’acquisto di nuove azioni».
Intanto si preannunciano patti parasociali, con una forma di rappresentanza stabile da parte di Futuro 150 nella gestione futura della Popolare: «È importante – sottolinea il presidente Silvio Fortuna – che l’attività dell’associazione possa diventare stabile e continua tramite patti parasociali, in modo da creare una forte rappresentanza all’interno della banca degli attuali soci: questa sarà l’unica possibilità per tenere ancorata la banca al nostro territorio».