Popolare di Vicenza: assemblea 5 marzo, azioni 6,3 euro

Si terrà il 5 marzo l’assemblea dei soci della Banca Popolare di Vicenza, l’ultima a voto capitario, che dovrà decidere la trasformazione della banca in società per azioni, la delega al Cda per l’aumento di capitale e la quotazione in Borsa. Lo ha deciso il 17 febbraio 2016 il consiglio di amministrazione riunito sotto la presidenza di Stefano Dolcetta, una settimana dopo l’approvazione del bilancio 2015 chiuso con una maxi perdita da 1,4 miliardi di euro.

Le azioni valgono 6,3 euro…

Sul sito della banca sono stati pubblicati i documenti preparatori all’assemblea. Fra questi c’è la Relazione illustrativa sul valore di liquidazione delle azioni in caso di esercizio del diritto di recesso, dove si legge:

Il Consiglio di Amministrazione di BPVi, tenuto conto del quadro normativo e fattuale, esaminate e fatte proprie le analisi svolte dagli Esperti, sentito il parere della Società di Revisione e del Collegio Sindacale, ha determinato in Euro 6,30 (sei/30) il valore unitario di liquidazione dell’azione della Banca ai fini del diritto di recesso collegato alla trasformazione.

In dieci mesi il valore di un’azione della Banca Popolare di Vicenza è crollato quasi del 90%: fino all’assemblea dei soci dell’11 aprile 2015 infatti il valore era di 62,5 euro, l’assemblea aveva votato un taglio del 23%, da 62,5 a 48 euro, ora si arriva a 6,3. Il crollo del valore dell’azione è pari all’89,92% in 10 mesi.

tracollo azioni Banca Popolare di Vicenza

…e il diritto di recesso è sospeso

Si svela quindi il nuovo valore di mercato dell’azione secondo il Cda – che ha fatto sintesi dei pareri dei consulenti Gualtieri&Associati e di PwC, oltre che del collegio sindacale dell’istituto – ma poche righe dopo si spiega come il diritto di recesso sia di fatto sospeso. «La Banca non è in grado di dare corso ad una riduzione dei suoi fondi propri» ovvero non può pagare ai suoi soci le azioni che questi vogliano venderle.

Il cda «preso atto delle indicazioni rese dalla Banca d’Italia, sentito il Collegio Sindacale, ha necessariamente dovuto limitare, in tutto e senza limiti di tempo, il rimborso con fondi propri della Banca delle eventuali azioni per le quali sarà stato esercitato il diritto di recesso a seguito dell’adozione della delibera di trasformazione in società per azioni».

«Le azioni rivenienti dall’eventuale esercizio del diritto di recesso – spiegano dalla banca – saranno offerte agli altri azionisti ed eventualmente, successivamente, sul mercato; nel caso di mancato collocamento, le azioni residue saranno quindi restituite ai soci una volta terminate le procedure di legge». Si potrà quindi vendere solo ad altri soci, non direttamente alla banca. Quando si andrà in Borsa, i soci potranno vendere sul mercato. Al prezzo che il mercato imporrà.

Veneto Banca, l’altra banca popolare veneta che esce da un 2015 da profondo rosso, il valore dell’azione per il recesso era stato fissato a 7,3 euro, e vi avevano aderito solo 219 soci per un totale di 14 milioni di euro venduti. Anche in quel caso, però, la vendita è stata “teorica”, perché la banca non ha i fondi per liquidare gli azionisti.

Aumento di capitale: sale a 1,75 miliardi

Arrivano anche i dettagli sull’aumento di capitale. Che cresce, dal miliardo e mezzo previsto dal piano industriale a 1,75 miliardi: 1,5 sono destinati al ripristino dei coefficienti patrimoniali dell’istituto, 150 milioni per la cosiddetta opzione di “sovrallocazione”, 38 milioni per l’emissione di “strumenti o diritti da assegnare agli azionisti con funzione di fidelizzazione” e 75 milioni di euro per “strumenti o diritti da assegnare agli azionisti con funzione di incentivazione”.

L’aumento «sarà riservato fino al 45% agli attuali azionisti, almeno il 50% dell’aumento di capitale sarà riservato agli investitori istituzionali e il 5% al retail». Il prezzo di emissione delle azioni sarà uguale per ogni categoria di investitori e sarà determinato al termine del collocamento attraverso il metodo del “book building”, sulla base della domanda delle nuove azioni da parte del mercato.

Due le agevolazioni per gli attuali azionisti della banca: primo, «gli azionisti che manterranno le azioni per un certo periodo di tempo dopo la quotazione avranno il diritto di sottoscrivere azioni aggiuntive ad un prezzo con uno sconto massimo del 50% rispetto a quello di quotazione»; secondo, «gli azionisti che parteciperanno all’aumento di capitale, avranno diritto di sottoscrivere ulteriori azioni alle stesse condizioni di cui sopra». I vantaggi dunque arriveranno solo dopo l’avvenuta quotazione sul mercato azionario.

Borsa, arrivano i consulenti milanesi

Il Consiglio di Amministrazione ha infine deliberato di sottoporre all’Assemblea ordinaria dei soci la proposta di ammissione a quotazione delle azioni della Banca. La Banca si avvale dell’assistenza di Vitale&Co S.p.A. quale advisor finanziario e dello Studio BonelliErviede quale advisor legale.

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