Cementizillo di Este chiude, 66 in mobilità
Il cementificio Cementizillo di Este annuncia lo stop alla produzione e la messa in mobilità del personale. La notizia è arrivata questa mattina al tavolo sindacale presso Confindustria Padova fra la Rsu di Cementizillo Spa Este, la Fillea Cgil Padova, la Filca Cisl Padova Rovigo e la Direzione aziendale.
Dopo 130 anni di storia, l’azienda ha comunicato che intende avviare tra pochi giorni la procedura di mobilità per chiudere definitivamente il sito produttivo di Este, al termine della cassa integrazione straordinaria al 12 aprile 2016, coinvolgendo 66 lavoratori.
Crollo verticale del settore cementiero
Una decisione che nasce dalla crisi strutturale del settore del cemento. In poco più di 10 anni il settore ha perso il 60% dei volumi a fronte di un calo negli investimenti dell’edilizia di oltre il 30%. Solo nel Nord Est dei 12 impianti cementieri operativi ne sono rimasti tre, due dei quali di proprietà del Gruppo Zillo, e si è passati da un consumo di cemento di 1.015 kg per abitante nel 2007 a 340 Kg per abitante nel 2015. L’interruzione della produzione ad Este, impianto storico dell’azienda, è una scelta obbligata e meditata, seppur sofferta, per non compromettere in modo permanente la competitività del Gruppo.
Emergenza occupazione
I sindacati lanciano un grido d’allarme per il futuro dei dipendenti dello stabilimento, si attiveranno presso il Comune, la Provincia e la Regione e decideranno le forme di lotta da mettere in campo. «Non è più possibile assistere inermi alla desertificazione produttiva del territorio della bassa padovana e della provincia in genere, con la conseguente tragedia della ulteriore diminuzione occupazionale nella nostra area – dichiarano Rudi Perpignano della Filca Cisl e Dario Verdicchio segretario generale della Fillea Cgil – Quello che accade non è solo determinato dall’aggravarsi della crisi, ma dal silenzio assordante dei soggetti che dovrebbero essere coinvolti nel progetto industriale futuro. Per l’ennesima volta Filca Cisl, Fillea Cgil e i lavoratori delle cementerie condannano l’inerzia e lanciano un grido d’allarme dal quale non ci si può più sottrarre».
L’azienda: “Ridurre al minimo impatto sui dipendenti”
La Cementizillo, dal canto suo, afferma di voler stare accanto ai suoi dipendenti aiutandoli in percorsi di reinserimento: «Dal 2011 ad oggi, anno in cui si è preso atto della forte ricaduta che stava avendo la crisi congiunturale sull’attività dello stabilimento, l’azienda ha messo in campo tutte le soluzioni possibili allo scopo di ridurre al minimo l’impatto sociale ed economico per i dipendenti dello stabilimento» si legge nel comunicato diramato in giornata.
«In questi quasi quattro anni, Cementizillo ha infatti stanziato risorse non indifferenti pari a 4 milioni di euro tra incentivi all’esodo e sostegno al reddito in aggiunta alla cassa integrazione – prosegue la nota aziendale – che si sommeranno agli ulteriori 18 mesi di mobilità a decorrere dall’aprile di quest’anno. Complessivamente l’azienda avrà contribuito a sostenere le sue persone per oltre cinque anni, adoperandosi nel frattempo ad esplorare tutte le soluzioni di reimpiego e riqualificazione possibile. Un approccio che rappresenta un caso unico nel panorama delle ristrutturazioni del comparto in questo territorio».
Il futuro: 40 impiegati restano a Este
Ad Este di fatto rimarrà la direzione generale, amministrativa e tecnica del gruppo con un organico complessivo di 40 persone tra dirigenti ed impiegati, è l’annuncio dell’azienda, che aggiunge: «Degli 85 esuberi dichiarati a luglio del 2013 un quarto delle posizioni sono già state recuperate, tra adesioni alle procedure di messa in mobilità volontaria, ricollocazione in altri impianti del gruppo e progetti di outplacement e c’è massima fiducia che questi percorsi possano continuare con efficacia in futuro. Impegno prioritario dell’azienda, infatti, sarà quello di proporre e trovare soluzioni innovative e sostenibili per ricollocare i suoi collaboratori, ma per fare questo ci sarà bisogno della collaborazione di tutti gli attori del sistema, in primo luogo parti sociali e istituzioni».
La crisi dura da anni. Nel giugno 2013 l’accordo sindacale nazionale siglato a Roma aveva portato ad ammortizzatori sociali per circa 34 mesi per 85 lavoratori della Cementizillo Este. «Dopo quel complicato accordo del 2013 – affermano ancora Verdicchio e Perpignano di Cgil e Cisl – tramite la nostra contrattazione territoriale si è riusciti a ricollocare, in tutti questi mesi, circa una ventina di lavoratori tra pensionabili e quelli che hanno trovato una nuova occupazione. Per noi era ed è ancora insufficiente».
Giulio Todescan