Veneto Banca, ecco il piano industriale
È stato presentato oggi alla stampa il piano industriale 2015-2020 di Veneto Banca, approvato ieri dal consiglio di amministrazione. Gli obiettivi economico finanziari sono il ritorno all’utile già dal 2016 e un obiettivo di rendimento sul capitale (Rote) al 7% per il 2020. Dal 2018 si prevede il raggiungimento di una solidità patrimoniale con livelli di CET1 sopra il 13,5%, dato che si attesterebbe poi, nelle previsioni, al 15,5% nel 2020.
Per quanto riguarda le rettifiche nette sui crediti, si prevede un calo a 138,5 milioni di euro nel 2018 e a 107,3 milioni di Euro nel 2020 dai 716,9 milioni di euro di fine 2014.
Taglio di 130 filiali e 430 esuberi
«Il rilancio dei ricavi avverrà mediante lo snellimento strutturale dell’assetto distributivo e la maggiore efficienza del modello di business, con particolare attenzione al contenimento dei costi di relazione» si legge nella nota diramata oggi da Veneto Banca.
Un rilancio fatto di tre linee guida. Primo, la revisione della rete commerciale, con la chiusura di 13o filiali in tre anni sulle 523 oggi presenti: 30 saranno tagliate entro la fine del 2015, 70 nel 2016, 30 nel 2017. Di conseguenza saranno ricollocate alcune risorse, sarà messa in atto «una politica di incentivazione ai prepensionamenti» e di «parziale blocco del turn over».
Seconda linea guida: il potenziamento della multicanalità. Ovvero nuovo internet banking facile da usare anche da tablet e smartphone, potenziamento del «Contact Center», accentramento delle attività di back-office nelle «filiali Hub», mentre le «filiali Spoke» saranno personalizzate in funzione del territorio e del target di clientela servito.
Terza linea guida: la nascita di una start up dedicata ai servizi di valorizzazione del patrimonio immobiliare. Viene descritta come «una nuova iniziativa commerciale nell’ambito dell’intermediazione immobiliare, che opererà in stretta sinergia con la rete di filiali e le nuove tecnologie (sito web e app) e veicolerà servizi di intermediazione immobiliare, di valorizzazione del patrimonio immobiliare e di supporto a tutto il ciclo di vita di un investimento immobiliare (acquisto, ristrutturazione, riqualificazione, adeguamenti, valutazioni per la vendita, home staging, certificazioni, vendita)».
Taglio del numero di dipendenti: sono previsti 430 esuberi. Saranno utilizzati strumenti come pensionamento e pre-pensionamento, parziale diminuzione del turn over, contenimento del numero dei dirigenti e infine sarà esteso l’utilizzo del part-time.
Scure sulle partecipazioni
Confermati i prossimi passaggi societari: l’aumento di capitale fino a 1 miliardo di euro, da realizzare dopo la trasformazione in Spa (l’assemblea che dovrà deciderla è fissata al 5 dicembre) e la quotazione in Borsa. Per l’aumento è stato firmato un accordo di pre-garanzia con Banca IMI – l’investment bank del Gruppo Intesa Sanpaolo – che consentirà la sottoscrizione dell’eventuale parte di capitale inoptata fino all’ammontare totale.
Poi c’è il capitolo partecipazioni, su cui l’obiettivo di Veneto Banca è tagliare il tagliabile. «Nell’arco dei cinque anni del Piano, verranno razionalizzate tutte le partecipazioni, con l’obiettivo di concentrare le risorse disponibili sull’attività caratteristica della Banca – si legge nella nota diffusa oggi -. Banca Intermobiliare, dopo la scadenza dei termini per la presentazione di una nuova offerta da parte di una cordata di imprenditori torinesi, è tornata a essere oggetto dell’attenzione di altri soggetti qualificati. Le Reti Estere saranno revisionate per raggiungere gli standard qualitativi italiani, con particolare attenzione all’efficienza e al contenimento dei costi. Si passerà infine a una gestione proattiva del portafoglio di partecipazioni».
Giulio Todescan